Arriva la conferma dalla Coldiretti: per combattere l’invasione della cimice asiatica è stato dato il via libera all’uso delle vespe samurai. Le cimici asiatiche stanno devastando i frutteti italiani, con danni calcolati del valore di 250 milioni di euro. Mele, pesche, albicocche, pere, ciliegie, kiwi e anche piante da vivaio: nulla si salva dalla voracità di questi insetti.
Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, ha annunciato ufficialmente che in Italia è stata approvata l’introduzione di specie e popolazioni non autoctone per combattere contro queste cimici (pubblicazione del D.P.R. 5 luglio 2019 n. 102 su Gazzetta Ufficiale).
Coldiretti ha parlato di situazione drammatica, specialmente nel Nord Italia. Pensate che solamente in Veneto i danni conteggiati sono di 100 milioni di euro, di cui 80 solamente in provincia di Verona. La cimice asiatica o cimice marmorata asiatica proviene dalla Cina. La sua pericolosità deriva dal fatto che è estremamente prolifica e arriva a deporre le uova minimo due volte all’anno, producendo 300-400 esemplari a volta. Una volta che mordono i frutti, li rendono inutilizzabili e invendibili.
Questa cimice si è potuta diffondere in Italia perché qui non ha nemici naturali. Inoltre anche i cambiamenti climatici, con le temperature più calde, ne favorisce lo sviluppo. Finora gli agricoltori si sono potuti difendere solamente sfruttando protezioni fisiche come le reti, ma da adesso potranno contare anche sulle vespe samurai. Rimane solo un dubbio: le vespe samurai non avranno qualche altro impatto sul nostro ecosistema? Perché non si limiteranno solo a contrastare le cimici asiatiche: come si integreranno qui da noi?