Arriva la risposta di Ciccio Sultano alle dichiarazioni di Carlo Cracco sulla minore propensione al cambiamento dei cuochi del Sud. “I cuochi del Nord hanno più creatività di quelli del Sud” aveva detto in un’intervista all’Ansa Carlo Cracco. Aggiungendo però anche una motivazione: “Forse perché un cuoco al Sud ha una base di tradizione più solida e una vasta scelta di produzioni di territorio”.
Un po’ come dire: difficile staccarsi da una tradizione così sentita e da prodotti così caratteristici per costruire qualcosa di nuovo e di diverso. Il discorso fila, bisogna ammetterlo. Ma, nonostante questo, qualsiasi paragone Nord – Sud solleva un vespaio, e strano che Carlo Cracco (così attento alle sue scelte di marketing e pubbliche relazioni) non abbia contato fino a duecentomila prima di toccare un argomento del genere.
Primo a rispondergli, fra i colleghi del Sud Italia, è Ciccio Sultano, chef due stelle Michelin del ristorante Duomo di Ragusa Ibla, che affida ai social la sua riflessione. “Non capisco, con tutto il rispetto che nutro per Carlo, perché un cuoco italiano insista sulla divisione tra nord e sud, dicendo che i meno creativi sono quelli più ricchi di tradizioni e prodotti e che, al contrario, chi ne ha meno o ne ha perse di più è, giocoforza, più inventivo”, scrive Sultano sul suo profilo Facebook. “Ma siamo proprio sicuri? Quale è, scusate, la cucina moderna che a noi manca? Io traduco/tradisco la tradizione tutti i giorni come tanti altri colleghi che lavorano sotto il Po. E soprattutto, dopo Ferran Adrià non si più è inventato nulla di nuovo. Chi sa raccontare e vendere meglio vince, ma, vi prego, non parliamo di sostanziali differenze, perché non ne vedo! Assolutamente! Ci sono tante grandi, belle, geniali cucine e chi è più bravo a vendersi vince, al di là di qualsiasi latitudine, confine regionale, nazionale e internazionale”.
Che poi, a ben guardare, quel “Chi sa raccontare e vendere meglio vince” pare proprio una frecciatina nel fianco del collega Cracco, che sulla sua immagine ha costruito gran parte della sua fortuna, dentro e fuori dalla sua cucina. Però, ci permettiamo di dirlo: non vedere sostanziali differenze tra due cucine, tradizioni e creatività piuttosto diverse è forse sintomo di miopia. E chissà se il resto del mondo a Sud della Scandinavia si indigna, quando si parla dell’ondata (più) creativa della nuova cucina nordica.