Nel Regno Unito c’è troppa pubblicità di cibo spazzatura e ci sono anche troppi obesi, adulti e bambini. Il Governo inglese ha deciso così che impedirà tutto questo, vietando le pubblicità online.
Il Governo ha stimato che l’anno scorso i bambini del Regno Unito sotto i 16 anni sono stati esposti a 15 miliardi di annunci di cibo spazzatura online. Per tanto è partito da Downing Street il divieto totale della pubblicità di cibo spazzatura online, ponendo le più severe restrizioni di marketing digitale al mondo, nel tentativo di affrontare la crescente crisi dell’obesità.
Mentre gli attivisti per la salute hanno accolto con favore il divieto, che ora è sottoposto alla consultazione di sei settimane, l’industria della pubblicità è rimasta sgomenta, definendo questa ipotesi “illegale”. Ma la proposta è stata approvata anche dal primo ministro Boris Johnson, che ha cambiato la sua opinione in merito alla salute personale dopo essere stato contagiato dal Coronavirus.
Le nuove regole interesserebbero gli alimenti ritenuti troppo ricchi di grassi, sale e zuccheri. In questa lista rientrerebbero anche altri cibi non propriamente ritenuti “cibo spazzatura”, ma ugualmente “rischiosi”, perché troppo grassi o zuccherati, come l’avocado e la marmellata.
Matt Hancock, segretario di Stato alla salute, ha dichiarato: “Sono determinato ad aiutare i genitori, i bambini e le famiglie nel Regno Unito, aiutandoli a fare scelte più sane riguardo a ciò che mangiano. Sappiamo che i bambini trascorrono più tempo online. I genitori vogliono essere rassicurati dal fatto che non vengano esposti a pubblicità che promuovano cibi malsani, che possano influenzare le abitudini di vita“.
La consultazione ha citato infatti la ricerca che ha scoperto che i bambini erano esposti a una crescente pubblicità di cibo spazzatura online, scoprendo inoltre che parallelamente un bambino su tre che lascia la scuola primaria, è in sovrappeso o obeso, così come quasi i due terzi degli adulti in Inghilterra.
Se dovesse venire approvato, il divieto interesserebbe il marketing digitale, dagli annunci su Facebook, ai risultati di ricerca a pagamento su Google, alle promozioni di messaggi di testo e all’attività sui social media su Twitter e Instagram. “Questa sarebbe una politica leader a livello mondiale per migliorare la salute dei bambini“, ha affermato Fran Bernhardt, coordinatore della Campagna per l’alimentazione dei bambini. “Le pubblicità online hanno scelto di rappresentare cibo malsano, dandogli un ruolo da protagonista per troppo tempo. Le normative vigenti sono inadeguate a proteggere i bambini. Le aziende che pubblicizzano cibi più sani non hanno nulla da temere“.
In una dichiarazione a nome dell’industria pubblicitaria del Regno Unito, Stephen Woodford, amministratore delegato dell’Associazione pubblicitaria, ha dichiarato: “Se questa politica di divieto assoluto va avanti, darà un duro colpo alla pubblicità del Regno Unito in un momento in cui sta vacillando dall’impatto di Covid-19. Questo genere di politica ha tutti gli ingredienti per dare un calcio nei denti al nostro settore, ritenevamo che il Governo fosse interessato a dare priorità alla crescita economica, insieme a interventi mirati a sostegno della salute e del benessere“.
[ Fonte: The Guardian ]