Lo stop alle pubblicità che mettono in luce il cibo spazzatura, soprattutto nei programmi Tv destinati ai bambini, è quanto richiede con urgenza la Sip (Società Italiana de Pediatria). L’appello è a seguito nelle nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha diffuso il verdetto secondo cui la salute dei bimbi è minacciata costantemente da un certo tipo di marketing alimentare.
Si tratta di una questione caldissima e non certo recente, quella del junk food pubblicizzato tramite i mezzi di comunicazione: la Germania ha già spinto per vietare la pubblicità rivolta ai piccoli, in Inghilterra è teoricamente in vigore una tassa sulle merendine zuccherate e anche salate (cosa che la candidata Liz Truss aveva promesso di annullare in caso di elezione), gli occhi sono puntati su Tik Tok e su come le aziende food approfittino di questo social popolato da giovanissimi. Insomma, il problema c’è e lo sanno tutti dal 2010 in un modo o nell’altro, e l’Oms ha diffuso la versione aggiornata di un documento allarmante, il Policies to protect children from the harmful impact of food marketing.
Le parole della Sip
Su Adnkronos si leggono le dichiarazioni della Società Italiana Pediatria, rappresentata dalla presidente Annamaria Staiano, riguardo alle intenzioni dell’Oms: “un documento che accogliamo con grande soddisfazione. Auspichiamo che anche il Governo italiano ne dia presto concreta applicazione nel nostro Paese, cominciando con il vietare o limitare questo tipo di pubblicità nei programmi televisivi destinati ai bambini e sui media digitale”. Il documento contiene le linee guida raccomandate ai Paesi membri, per l’attuazione di politiche obbligatorie e volte alla tutela dei minori. Tutela dalla pubblicità di alimenti malsani, junk food, bevande zuccherine analcoliche, grassi saturi, sale, zuccheri liberi. Insomma di tutti gli alimenti Hfss (High in fat, sugar and salt).
La Sip continua: “il rapporto ha messo in luce che le tecniche di commercializzazione di cibi malsani influiscono negativamente sulle scelte alimentari, sulle richieste di prodotti dei bambini agli adulti, ma anche sui comportamenti e le convinzioni legate al cibo. L’incremento dell’uso del marketing digitale, in particolare, è motivo di crescente preoccupazione perché amplifica questi messaggi e il coinvolgimento dei bambini”.
Recidivi dal 2010
Come anticipato, l’Oms investe su questa tematica da tredici anni, emanando continui aggiornamenti e direttive, nuove problematiche, studi in merito. Eppure la situazione dovrebbe essere molto migliore rispetto a quella che di fatto è. Infatti, nonostante tutto, l’obesità infantile aumenta e l’esposizione mediatica subita dai minorenni non è delle migliori. Si parla di pubblicità in tv certamente, ma anche di media digitali, riviste, mezzi, ristoranti, scuole.