Cibo per animali tassato al 10%: è questa la richiesta dei veterinari e delle aziende del settore pet food al Governo e al Parlamento, con una lettera aperta firmata da diverse sigle (Anmvi, Fnovi, Simevep, Enpav, Assalco, Aisa, Ascofarve e Assalzoo) che riuniscono medici veterinari e imprese dell’alimentazione animale e dei farmaci veterinari. Tutti riuniti per richiedere un abbassamento urgente dell’Iva.
Durante l’emergenza Coronavirus, si legge in una nota stampa, “questo settore ha assicurato la continuità della filiera e di servizi di pubblica rilevanza, incompatibili con l’attuale pressione fiscale e con l’impoverimento globale post-emergenza”.
Il carico fiscale, dunque, è gravoso e ricade sulla famiglie italiane che vivono con un animale da compagnia, se si considera che il 40 per cento di questi nuclei vive con un cane e/o gatto e sostiene un’Iva pari a più di 3 volte quella delle famiglie tedesche.
In Germania, considerata l’importanza del ruolo sociale degli animali, l’aliquota Iva sugli alimenti per cani e gatti è al 7 per cento. Al primo provvedimento utile, le sigle firmatarie chiedono quindi che le prestazioni veterinarie e gli alimenti per cani e gatti siano poste in fascia IVA agevolata al 10 per cento, la stessa dei medicinali veterinari.
Fonte: [Il Secolo XIX]