Qualche settimana fa il Comune di Rimini ha riproposto l’ordinanza balneare che consente a ristoranti, bar e pubblici esercizi di consegnare il cibo ordinati dai clienti direttamente in spiaggia. Una scelta non piaciuta al presidente del Consorzio Ristobar Marco Mauri, che ha annunciato l’intenzione di fare ricorso al Tar.
Mauri contesta la consegna del cibo in spiaggia ai ristoranti che non hanno un’attività sull’arenile e anche l’obbligo di tenere gli stabilimenti aperti fino alle 22. Il ricorso – che ricorda quello di Oasi Confartigianato del’anno scorso – sarà promosso da Confesercenti.
“Sono due gli aspetti contestati – spiega l’avvocato a cui è affiato il ricorso Luigino Biagini a Il Resto del Carlino –. Anzitutto il delivery, la somministrazione di pasti da parte di ristoratori terzi che non rientrano tra le persone che fanno parte dell’arenile. Una possibilità non contemplata nell’ordinanza balneare regionale, ma in quella del Comune di Rimini. Riteniamo che un Comune non abbia una così ampia facoltà decisionale, rispetto a organismi sovraordinati. A ciò si aggiunge l’obbligo, a certe condizioni, per gli operatori di mantenere aperta l’attività. Cosa che non avviene in altri settori”. Il ricorso è in fase di rifinitura e “sarà presentato nei prossimi giorni”.
“Non crediamo che puntare i piedi contro l’Ordinanza balneare del Comune di Rimini, addirittura ricorrendo al Tar, sia l’atteggiamento giusto per la ripartenza del nostro turismo – spiega Gianni Indino, presidente di Confcommercio Rimini -. La priorità, spiega ad Altarimini.it è “la costruzione di un’offerta turistica appetibile e sicura, che garantisca la sopravvivenza di più attività possibili”.
Fonte: Altarimini.it