È da tempo ormai che parliamo di aumento dei prezzi e dei rincari alle materie prime e ai costi dell’energia, e ora, a ridosso del periodo natalizio, ci si prepara per la proverbiale stangata che si sentirà in particolar modo nel settore agroalimentare; tanto che l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato una classifica degli aumenti del cibo e ingredienti tipici della dieta mediterranea.
Medaglia d’oro per l’olio di semi, che svetta sulla competizione con un +17,7%. Al secondo posto figurano i frutti di mare (+6%), l’olio di oliva (+4,7%), la pasta (+4,6%) e poi la carne, il pesce e i vegetali. Ultimo posto per la frutta fresca, che di fatto registra su base annua una variazione di prezzo negativa (-1%). Federalimentare e Coldiretti suonano comprensibilmente l’allarme inflazione, ma è ancora difficile sbilanciarsi in previsioni circa il futuro: con l’aumento dei costi su trasporto e logistica, tuttavia, sembra ormai certo un tasso di inflazione a due cifre sugli alimenti più comunemente acquistati entro la fine dell’inverno.