Secondo gli esperti della Società Italiana di Andrologia, ci sono alcuni cibi che aiutano a ridurre il rischio di tumore alla prostata. Quali? Beh, fra gli altri anche pomodori, tè verde, uva e frutti rossi.
È quanto emerso durante il Congresso Nazionale della SIA che si è da poco concluso a Roma. Sembra che gli antiossidanti presenti in cibi come il pomodoro cotto, il tè verde, i frutti rossi, l’uva e il melograno aiutino a ridurre la tossicità delle terapie e a bloccare la progressione della malattia.
Gli esperti hanno sottolineato che alcuni cibi contengono sostanze ad azione antiossidante e antiproliferativa, come epigallocatechine, licopene, resveratrolo e pterostilbene.
Alessandro Palmieri, presidente della SIA, ha spiegato che ci sono 36mila nuovi casi di tumore alla prostata ogni anno: è il tumore più frequente negli uomini. Fra i fattori di rischio, c’è anche la dieta: assunzioni eccessive di alcol e di grassi saturi derivati dal latte possono condurre allo sviluppo di questa neoplasia.
Tuttavia sostanze antiossidanti e antinfiammatorie come l’epigallocatechine e il licopene, contenute in grandi quantità nei pomodori e nel tè verde, se assunte regolarmente, possono ridurre del 60% il rischio di ammalarsi rispetto a chi assumeva solamente sostanze placebo. E tale rischio può ridursi fino all’80% se si assumono queste sostanze per due anni di fila.
Molto attivo in tal senso è anche il licopene, così come il resveratrolo contenuto nell’uva. In particolare quest’ultimo non ha solo azione preventiva contro il tumore alla prostata, ma aiuta anche durante le terapie antitumorali per via dell’alto potenziale antiossidante.
Tuttavia Palmieri sottolinea anche un’altra cosa molto importante: bisogna fare attenzione ai supplementi e agli integratori. Deve essere, infatti, lo specialista a individuare il tipo di prodotto giusto per ogni paziente (per esempio uno studio sosteneva che gli integratori di vitamina E aumentassero il rischio di cancro alla prostata), in modo anche da prescrivere la dose giusta (né troppo bassa in quanto inefficace, né troppo alta in quanto passibile di effetti collaterali).