Cose da dimenticare a casa in vista di una vacanza a Bruxelles: la capacità di conteggiare le calorie, il senso di colpa. Birre artigianali, friterie per le patate fritte più buone del mondo, ovviamente il cioccolato.
A proposito, non vi sembra stravagante che proprio in Belgio, il Paese europeo che più di ogni altro salvaguarda l’integrità del cioccolato, i giudici decidano che un grande supermercato può impunemente chiamare “Choco” la propria crema spalmabile a base di nocciole ma senza neanche l’ombra del cioccolato?
Con l’aggravante che, come evidente dalla foto, etichetta, confezione e imballaggio evocano senza tema di smentita la Nutella.
State pensando all’ennesimo caso di Italian Sounding, l’insieme prodotti tarocchi che storpiano parole, colori, immagini e marchi del redditizio Made in Italy alimentare (Parmesao, Regianito, Cambozola, Amaretto Venezia, Daniele Prosciutto…)?
Come darvi torto.
Secondo Federalimentare sono 70 i miliardi di euro sottratti ogni anno in modo trasversale all’industria e alla produzione agricola italiana.
Eclatante, sempre in Belgio, il caso del finto pomodoro “San Marzano” consentito dalla Commissione europea perché se coltivato fuori dalla zona della Dop Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino non è appannaggio dei produttori italiani.
Tornando a “Choco“, prodotto dalla catena di supermercati belga Delhaize, per difendere Nutella l’italiana Ferrero aveva denunciato la dissonanza tra nome, etichetta e contenuto, del tutto privo di cioccolato, chiedendo ai giudici che alla catena di supermercati venisse somministrata una multa tra 1.250 e 100mila euro.
Battaglia persa: i giudici belgi non hanno accolto la tesi di Ferrero. Secondo loro Delhaize non si riferisce al cioccolato come a un ingrediente della crema spalmabile, ma lo usa per indicare il gusto, il sapore, e comunque la parola choco non è regolamentata.
La seconda contestazione di Ferrero riguardava uno spot in cui Delhaize afferma che “Choco” contiene il 48% di grassi in meno delle creme tradizionali in quanto senza olio di palma. Stando alla multinazionale italiana, che dell’olio di palma fa ampio uso, questa tendenza a screditare Nutella prefigurava il reato di concorrenza sleale.
Ma le dichiarazioni di Delhaize non sono state ritenute “false, ambigue o fuorvianti”. Inoltre “non suscitano paura, non criticano le creme dei concorrenti e non denigrano la Nutella”.
La giustizia belga ha fatto il suo corso.
[Crediti | Link: Ansa, Parmaoggi, Il Fatto Alimentare]