L’Arcade di Porto San Giorgio chiude i battenti, e con lui si spegne una brillante e innovativa stella Michelin dell’Adriatico, a darne la notizia è direttamente lo chef Nikita Sergeev. Si conclude così una storia iniziata ormai più di dieci anni, nel 2013 per la precisione, quando la prima incarnazione dell’Arcade aprì i battenti in provincia di fermo, per poi trasferirsi in una nuova struttura direttamente sul lungomare: luce, vetro, legno e tessuti perfettamente integrati con la spiaggia. Qui, nel 2021 arriverà anche l’ambito macaron della guida rossa che ora, per forza di cose, andrà persa.
“Mancanza di stimoli”
Non cerca scuse chef Sergeev, e ammette con sincerità le ragioni della chiusura: “Non ho più stimoli. Non ci credo più. E se non provo più emozioni, non riesco nemmeno più a trasmetterle a chi lavora con me e ai nostri clienti. Ma tornerete a sentir parlare di me, di noi.
Abbiamo sempre lavorato benissimo, anche quest’ultima stagione, anche dopo la stella arrivata nel 2021”. Niente supposta crisi del fine dining quindi, o fantomatiche restituzioni o rifiuti delle stelle e di ciò dovrebbero rappresentare: “l’ho presa e quella resta nel cuore, nell’esperienza, nel Nikita cuoco. La giacca stellata resta, anche se a casa. E chissà che quelle emozioni nel riceverla non le rivivrò in un futuro, anche prossimo. Perderla formalmente non tocca il mio ego perché so quello che valgo e i sacrifici che ho fatto”.
I progetti per il futuro
Parla sempre al plurale Nikita, “di me, di noi”, a voler ribadire l’importanza dello staff sull’ego personale. Uno staff che, è lecito pensare, lo accompagnerà anche nei progetti futuri, su cui però deve ancora chiarirsi le idee, e non si nega nessuna possibilità: “qualche progetto di lavoro già c’è. Sono appena tornato da Dubai e Abu Dhabi. Magari mi metto a scrivere.
O magari mi dedicherò alla didattica. Alle consulenze. O, perché no, torno ai fornelli”. La volontà di ritornare all’essenza del mestiere di cucina sembra essere una delle principali ragioni della chiusura: “mi sono stancato: da cuoco mi sono ritrovato a dovermi occupare di gestione e burocrazia (…) a me piaceva e piace tuttora fare il cuoco e vorrei tornare a cucinare. Insomma tornare ai fuochi magari con qualche responsabilità in meno”.