Non si fermano le beghe legali per Chiara Ferragni, anzi, aumentano. Infatti è stato confermato che è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano per l’ipotesi di truffa aggravata anche per le uova pasquali Dolci Preziosi e per la bambola in collaborazione con Trudi (oltre che per il pandoro Pink Christmas Balocco).
Chiara Ferragni e il caso delle uova Dolci Preziosi
La conferma arriva dall’atto tramite il quale la Procura di Milano, la settimana scorsa, ha fatto notare alla Cassazione il conflitto esistente fra gli uffici del pm in merito alla competenza territoriale per continuare a portare avanti le indagini relativi al pandoro Balocco.
Da quanto è emerso, in pratica, il Procuratore Generale della Suprema Corte dovrà decidere quali saranno le procure che dovranno occuparsi di ogni singolo procedimento, basandosi sul posto dove sarebbe stato commesso il reato presunto.
Il fatto è che Balocco ha sede in provincia di Cuneo, dunque un’inchiesta è partita dalla Procura di Cuneo. Tuttavia la Procura di Milano vorrebbe indagare anche lei in quanto le società che fanno capo a Chiara Ferragni hanno la sede legale proprio a Milano.
E sempre a Milano si è aggiunta adesso l’ipotesi di truffa aggravata sia per le uova pasquali Dolci Preziosi (qui trovate la rettifica di Dolci Preziosi, rettifica relativa al fatto che Franco Cannillo, il legale rappresentante di Cerealitalia e la Cerealitalia stessa non erano stati destinatari di nessun intervento o richiesta da parte delle autorità competenti come invece rivelato da alcune testate giornalistiche), sia per la bambola realizzata in collaborazione con Trudi.
Mentre il Procuratore Generale della Suprema Corte dovrebbe decidere a breve quali procure si occuperanno dei singoli casi e mentre Chiara Ferragni è tornata a postare su Instagram (ma senza accennare, ovviamente, ai procedimenti in corso e disattivando i commenti), ecco che non solo il Codacons ha annunciato nuovi controlli per gli influencer, ma anche Giorgia Meloni ha rivelato che la norma sulla trasparenza arriverà giovedì in Consiglio dei Ministri.
La premier ha sottolineato che del caso Ferragni le interessa il fatto che c’è un vuoto normativo da colmare per quanto riguarda la trasparenza relativa alle attività commerciali connesse alla beneficenza.
La nuova norma dovrebbe imporre alle attività commerciali che intraprendono progetti di beneficenza di riportare chiaramente sulla confezione non solo a chi andranno i proventi di tale beneficenza, ma anche quanto andrà devoluto in tal senso. Staremo ora a vedere quali procure indagheranno sui vari casi e cosa salterà fuori.