Cosa ci fanno Chiara Ferragni, Giulia Innocenzi e Il Signor Distruggere in una scaramuccia social a colpi di post e cotolette Aia? Sì, è vero, sembra l’inizio di una barzelletta 2.0, ma c’è davvero in corso una lite che coinvolge alcuni degli influencer italiani più seguiti del web. Per capire cosa succede, tocca fare un passo indietro.
È il 25 giugno e la bionda Chiara Ferragni – che durante il lockdown, non potendo sfoggiare troppi vestiti, si è data alle sponsorizzazioni del ramo food – si fotografa sorridente davanti a un piatto di cotolette. Un post commerciale, frutto di una collaborazione con un importante player del settore, regolarmente dichiarato con l’hashtag #sponsoredbyAia.
A questo post (e alle relative stories su Instagram) risponde gentilmente la giornalista Giulia Innocenzi, nota anche per le sue battaglie animaliste, facendo notare a Chiara Ferragni che Aia non è – a suo dire – esattamente un’azienda che merita di essere promossa con i suoi 20 milioni di follower. Il motivo – spiega Innocenzi – è da ricercarsi con facilità tra le righe dell’interessante inchiesta “Essere Animali”, che racconta le condizioni in cui viene allevato il pollame venduto a marchio Aia.
La vicenda potrebbe essere finita qui, e in effetti Ferragni non risponde: magari si è annotata l’appunto fattole dalla giornalista e ripenserà i suoi accordi commerciali, magari invece ha fatto spallucce. Non è dato saperlo e, in effetti, manco ci interessa più di tanto. Il post della giornalista, se non altro, ha avuto il merito di averci fatto conoscere un’inchiesta che magari non avevamo letto, e che possiamo decidere di tener presente quando facciamo i nostri acquisti al supermercato.
Ma – ta-da! – in questa vicenda si inserisce a sorpresa (vai a sapere perché, se non per regalarci qualche minuto di bagarre da pop corn sul divano) il Signor Distruggere, celebre influencer legato al fenomeno delle mamme pancine et similia.
Distruggere si erge a difensore di Chiara Ferragni (che, a dire il vero, in passato ha dimostrato di sapersi difendere più che bene da sola) e fa notare che sotto il post di Giuia Innocenzi è in atto una shitstorm (orribile, come sempre) ai danni della creatrice di The Blond Salad. Distruggere spiega a Innocenzi che avrebbe dovuto moderare i commenti dei suoi follower, e che probabilmente Chiara Ferragni aveva preso accordi per la collaborazione con Aia molto prima della pubblicazione della sua inchiesta.
A questo punto – nell’indifferenza dell’unica vera interessata, Chiara Ferragni, che continua la sua vita social come se nulla fosse – è Giulia Innocenzi a rispondere. Lei – gli dice – aveva scritto un post (in effetti) “educato e aperto al dialogo”, che “nulla ha a che vedere con le volgarità e gli attacchi di odiatori online”, e ribadisce che si aspetta “che la Ferragni si informi dei marchi che sponsorizza, anche perché, come in questo caso, li presenta come facenti parte della sua quotidianità e vendendoli quindi come il suo stile di vita”.
“Premesso che spero per Chiara che abbia uno staff che la informi di scandali legati ai marchi che sponsorizza (l’inchiesta di Essere animali è finita sui giornali e persino al Tg1)”, scrive Innocenzi nel suo post, “io per prima ho ipotizzato che non ne sapesse niente, tant’è che ho linkato l’inchiesta perché la potesse vedere con i suoi occhi. Resta comunque il fatto che immagino che anche la Ferragni sappia che le Nazioni Unite e gli scienziati di tutto il mondo stanno dicendo che se non riduciamo la carne che consumiamo e gli allevamenti intensivi, condanniamo il Pianeta a vita breve”.
Ora anche noi lanciamo un accorato appello a Chiara Ferragni: l’estate è arrivata, la noia si è impossessata del palinsesto televisivo e – di conseguenza – delle nostre serate. Ti prego, Chiara, dì anche tu la tua sull’argomento.