Il pandoro-gate che vede coinvolti Chiara Ferragni e Balocco fa ancora parlare. Eravamo rimasti al provvedimento con relativa multa dell’Antitrust, per arrivare oggi alla controffensiva: il ricorso al Tar del Lazio. A precedere di poco i legali dell’influencer più famosa d’Italia ha agito l’azienda dolciaria, che si è difesa dalle accuse sostenendo di aver svolto tutta la collaborazione e la campagna di beneficenza in maniera corretta. La Ferragni invece sostiene non solo di aver ricevuto una mora sproporzionata rispetto all’ammontare dei guadagni ricavati dal pandoro, ma anche di aver dato “indubbia visibilità all’Ospedale” torinese Regina Margherita (beneficiario della donazione).
Insomma la questione diventa sempre più complicata nonché delicata, e nessuna delle parti coinvolte sembra fare retromarcia sull’incessante autodifesa messa in atto dacché è scoppiato il caso lo scorso gennaio. Chiara Ferragni inoltre è al momento sotto indagine per truffa aggravata (e lo è anche il suo manager) sia per la vendita del pandoro con spolvero rosa sia per le campagne simili dedicate alle uova di Pasqua Giochi Preziosi e alle bambole Trudi.
Chiara Ferragni e il ricorso al Tar
Sulle pagine de Il Messaggero è stato pubblicato il testo del ricorso al Tar di Lazio da parte dei legali Ferragni, che hanno intenzione di far annullare la sanzione. Ecco quanto si legge: “in nessun caso è stato rappresentato che l’acquirente avrebbe partecipato alla donazione con il suo acquisto e che la differenza di prezzo tra l’edizione limitata del pandoro Pink Christmas e il pandoro tradizionale Balocco sarebbe stata destinata a tale iniziativa benefica“.
Tale la strategia di difesa, che deve tuttavia anche tener conto dello scambio di email che le aziende coinvolte fecero a proposito del contratto sulla strategia di comunicazione. Scambio di email ora in parte pubblico, e che tiene aperti molti punti interrogativi. In più, nel ricorso Ferragni sostiene che la multa da 1 milione di euro sia “sproporzionata rispetto alla gravità e alla durata della condotta“.
Una donazione “consistente” per come sono andate le vendite del pandoro
Ad aggiungere spessore alla difesa, il team dei legali di Chiara Ferragni fa notare all’Antitrust come la donazione benefica di 50 mila euro sia stata consistente in proporzione alle vendite fallimentari del pandoro Pink Christmas. Nel ricorso si legge che “Balocco ha comunicato a Fenice che solo 286422 prodotti hanno raggiunto il consumatore finale, rispetto a 356.782 prodotti distribuiti ai rivenditori. Con ricavi che si stimano pari ad euro 234000“.
La donazione, sempre a detta dei legali, fu fatta in anticipo (che poi è uno dei nodi gordiani delle indagini) solo perché c’era l’urgenza di aiutare i bambini ricoverati.
La difesa messa in atto da Balocco
In data 13 febbraio, poche ore prima dell’azione da parte di Chiara Ferragni, Balocco ha fatto ricorso al Tar con lo stesso scopo, ovvero annullare la sanzione a suo carico. Le indagini in corso stanno coinvolgendo al momento Alessandra Balocco ovvero l’ad della casa dolciaria, che comunica – come si può leggere su molte testate giornalistiche – di aver “impugnato il provvedimento reso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in relazione all’iniziativa Pandoro Pink Christmas, in quanto ritenuto ingiusto. La società è determinata a dimostrare di avere operato correttamente“.
Fonti Il Messaggero, Il Fatto Quotidiano, Il Sole 24 Ore