Nuova puntata dell’affaire Pandoro Gate: Chiara Ferragni è stata rinviata a processo per truffa aggravata. La Procura ha quindi deciso di portare in tribunale l’imprenditrice digitale, nei guai per gli ormai famigerati fatti del 2022 legati alla vendita del pandoro Pink Christmas, firmato insieme a Balocco, e alle relativa beneficenza per l’Ospedale Regina Margherita di Torino.
Donazioni effettivamente fatte, ma preventivamente e slegate dalle vendite, come invece faceva erroneamente intendere la comunicazione di Ferragni. Un modus operandi che la stessa ha definito un “errore di comunicazione”, ma che tale non è sembrato quando è stato riconosciuto anche in una simile operazione legata a delle uova di Pasqua di Giochi Preziosi.
La risposta di Ferragni
La risposta dell’influencer cremonese non è tardata ad arrivare: “Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”.
Multe e risarcimenti
La vicenda sta costando molto cara a Ferragni. Oltre al grave contraccolpo di immagine e alle ripercussioni sulle collaborazioni con le aziende, Chiara ha dovuto sborsare un milione di euro per una multa comminata dall’Antitrust per pubblicità ingannevole sul pandoro, e poi donato 1,2 milioni di euro all’associazione I Bambini delle Fate, stavolta per la questione sulle uova di Pasqua.
Ci si è messo pure il Codacons, che ha ottenuto un risarcimento di 150 euro per i consumatori che avevano acquistato il dolce natalizio, e una donazione di 200 mila euro a favore delle donne vittime di violenza. Aspettiamo la prossima mossa di Ferragni, in attesa del processo che si preannuncia già un evento mediatico.