Di ieri la decisione del Tribunale dell’Unione Europea di fermare l’utilizzo del gallo su vini che non siano il Chianti, del quale è da sempre l’emblema. Un’importante presa di posizione dell’Ue nella lotta ai vini contraffatti.
“È importante in una situazione in cui sul mercato globale le imitazioni dei prodotti agroalimentari Made in Italy hanno superato il valore di 100 miliardi nell’anno del Covid”, fa sapere Coldiretti nel commentare positivamente la decisione del Tribunale Ue.
“Viene così sventato – sottolinea la Coldiretti – l’ennesimo tentativo di appropriarsi indebitamente di marchi storici nazionali il cui prestigio è stato costruito dal lavoro di intere generazioni. La pretesa di utilizzare gli stessi simboli per prodotti profondamente diversi è inaccettabile e rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori.
Nel mondo si stima – continua la Coldiretti – che più due prodotti agroalimentari Made in Italy su tre siano falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese”.
A “taroccare” il cibo italiano sono soprattutto i Paesi emergenti o i più ricchi dalla Cina all’Australia, dal Sud America agli Stati Uniti, ma esempi clamorosi si trovano i Europa dove è diffusa la vendita di wine kit con un preparato solubile in polvere.
“Oltre al vino tra i prodotti agroalimentari più taroccati – sostiene la Coldiretti – ci sono i formaggi, i salumi e le conserve. Dalla lotta alle imitazioni dei falso Made in Italy a tavola nel mondo – conclude la Coldiretti – si possono creare ben 300mila posti di lavoro in Italia”.