Ci siamo: come anticipato, torna su Netflix il programma Chef’s Table. In questa seconda stagione, tutta dedicata alla pizza, troveremo anche Gabriele Bonci e Franco Pepe: i due chef hanno raccontato qualcosa della loro esperienza.
Come di sicuro già saprete, questa seconda stagione sarà composta da sei episodi. In ciascuno di essi sarà protagonista un diverso stile di pizza, proveniente da tutte le parti del mondo:
- Chris Bianco di Phoenix, Arizona
- Gabriele Bonci
- Ann Kimm di Minneapolis
- Franco Pepe
- Yoshihiro Imai di Kyoto
- Sarah Minnick di Portland, Oregon
Gabriele Bonci ha spiegato di non sapere assolutamente nulla in merito a questa messa in onda: anche lui, come noi, scoprirà tutto una volta che Netflix avrà mandato in onda la sua puntata.
Giustamente qualcuno gli ha chiesto cosa possano percepire all’estero di un professionista che fa un prodotto come il suo e il pizzaiolo sostiene che si trovi in una delle prime puntate proprio a causa del suo percorso lavorativo.
Bonci ricorda che nei primi anni del 2000, lui credeva già molto nel suo progetto, ma era rimasto inascoltato, cosa che gli provocava grande sofferenza. Questo almeno fino a quando non ha incontrato Stefano Bonilli che ha creduto in lui, cominciando così a scrivere qualcosa sul progetto di Bonci. Da lì è nato, poi, il mondo della pizza in Italia così come lo conosciamo ora.
Bonci si aspetta che la sua puntata sia strutturata come un racconto diviso in due. Da una parte ci sarà tutta la sua caparbietà professionale e la sua indipendenza, anche rispetto agli sponsor. Dall’altra ci saranno le sue passioni e ossessioni. Per Bonci è arrivato il momento giusto per poter lavorare al 100% con agricoltori diretti, uscendo dal panificio e andando direttamente incontro al mondo.
Nelle due settimane in cui la produzione lo ha filmato, Bonci ha fatto proprio questo. Visto che ha circa 300 dipendenti in tutto il mondo, non ha potuto raccontare solo le “storielle belle, pulite e infiocchettate” dei piccoli negozi e agricoltori, considerando anche che al mese consuma qualcosa coma 8mila kg di agricoltura biodinamica.
Bonci conclude, poi, sostenendo di aver messo tutto se stesso in quella storia, ma che non avrà nessun controllo su quello che la produzione racconterà di lui.
Anche Franco Pepe sostiene che questo programma si configura come una tappa fondamentale del suo percorso lavorativo. Nominato anche Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, nonostante in 15 anni abbia raccolto parecchio grazie anche alle persone che hanno creduto in lui, si è reso conto di essere giunto a un momento di transizione. Pepe è alla ricerca di nuovi stimoli, per potersi evolvere e l’incontro con Netflix è stato provvidenziale.
Un’esperienza faticosa quella di Netflix (ci sono voluti tre anni di colloqui e incontri con il regista prima di poter anche solo iniziare le riprese), ma che gli ha portato grandi soddisfazioni. Come l’incontro con Sara Minnick di Portland. In realtà la conosceva già in quanto era stato nel suo locale negli USA, ma si sono incontrati a sorpresa in questa occasione in quanto i partecipanti all’inizio non conoscevano le identità altrui.
Durante l’incontro si sono scambiati i semi e adesso quelli della Minnick stanno crescendo a Caiazzo e quelli di Pepe in Oregon. Pepe spera che gli spettatori, dopo aver visto la sua puntata, capiscano la sua filosofia e il suo desiderio di tornare nel suo territorio. E lancia un messaggio ai giovani: le cose belle arrivano, ma sempre dopo una strada lunga fatta di lavoro e caparbietà. Perché le cose facili non funzionano.