Una guerra a colpi di proclami social davvero spiacevole, che speriamo finisca il più in fretta possibile. È quella avvenuta tra Chef Rubio (ormai non si sa bene a quale titolo assurto al rango di opinionista su qualunque fatto di cronaca) e il fratello di Matteo Demenego, uno dei due agenti drammaticamente uccisi in questura a Trieste.
A scatenare le sue ire (e quelle di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ca va sans dire) è stato il commento social della triste vicenda fatto da chef Rubio: “Inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente”, ha scritto Rubio all’indomani dell’accaduto. “Le colpe di questa ennesima tragedia evitabile risiedono nei vertici di un sistema stantio che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente. Io non mi sento sicuro in mano vostra”.
Da qui è partito un carosello di dichiarazioni indignate dei politici, manco Chef Rubio fosse un senatore a vita improvvisamente impazzito. E, tra i commenti indignati, è arrivato anche un post Facebook del fratello di uno degli agenti, che ha inasprito ulteriormente i toni: “Chef Rubio sono il fratello del poliziotto impreparato! Beh, tieni sempre la guardia alta quando giri perché se colgo impreparato pure te fai la fine di mio fratello! Uomo di merda! Ti auguro di perdere un tuo caro! A presto”. Poi una foto insieme al fratello in cui compare un messaggio che ha commosso gli amici: “Proteggici da lassù, fratello mio! Sei il mio eroe! Onore a te!”.
E qua avremmo sperato di poter mettere la parola fine a uno scambio di battute davvero poco edificante, ma Chef Rubio ha voluto ancora controbattere: “Il fratello mi ha minacciato di morte, telegiornali e i giornalisti assetati di scoop che vogliono intervistarmi, un popolo alla deriva capitanato da criminali folli che gettano benzina sul fuoco. Io vi ricordo che sono morte due persone e pare che sono stato io”.