Le dure posizioni anti israeliane di chef Rubio sono ormai note ai più, e la sua indole particolarmente fumantina quando si tocca l’argomento della causa palestinese gli ha portato più di un guaio in tempi anche recenti. Dagli attacchi alla Senatrice a vita Liliana Segre, all’ordinanza del Tribunale di Roma che lo ha obbligato a cancellare dei suoi post su X ritenuti antisemiti, in seguito alle sue illazioni riguardo l’aggressione di cui è stata vittima, ma sono spesso i giornalisti a meritarsi le sue attenzioni.
È sempre di quest’anno la condanna da parte dell’Odg per le sue minacce rivolte alla categoria, ed è di queste ore una sua nuova uscita, stavolta nei confronti di Cecilia Sala, giornalista arrestata in Iran il 19 dicembre, che ha suscitato le ire di Enrico Mentana.
Le dichiarazioni su Sala
In un post su X, Rubini inanella in pochissime righe una serie di dichiarazioni che potremmo definire, con grande eufemismo, controverse, sia riguardo il gruppo islamista Hay’at Tahrir al-Sham ora al potere in Iran, sia sull’attività della giornalista italiana. Queste le parole di Rubio: “Lunga vita all’Iran e a chi resiste alle ingerenze imperialiste. Miracolate sioniste e spie con la passione dei viaggi non dovrebbero essere compiante, ma condannate”.
La reazione di Mentana
Un post che non ha mancato di suscitare le reazioni indignate di molti, anche tra i suoi follower, e che ha provocato la risposta da par suo di Enrico Mentana: “Non è obbligatorio avere a cuore la sorte di una giovane donna italiana arrestata in Iran. Non è obbligatorio far proprie le raccomandazioni della Farnesina di non dire cose che rischino di far saltare le delicate trattative per riportarla in patria. Ma denunciare falsamente quella donna di avere un ruolo che le aggraverebbe la posizione in modo pericolosissimo è inumano e criminale. C’è solo da sperare che anche in Iran sappiano quanto sia miserabile e indegno d’ascolto costui”.
E proprio il post precedente del direttore del TG di La7 diffondeva il comunicato del ministero degli Affari Esteri in cui si invitava la stampa ad agire con la “massima discrezione”, per agevolare la risoluzione della vicenda.