Chef Rubio non ha peli sulla lingua, e questo dovrebbe ormai essere ben noto a tutti. Accanitamente caustico, a volte sopra le righe, sempre pronto a fare sentire la propria voce: Gabriele Rubini – questo il suo nome all’anagrafe – non è estraneo a muoversi tra accuse e temi bollenti (il suo intervento sulla guerra tra Israele e Hamas ne è un chiaro esempio), e di recente è tornato a fare parlare di sé per il caso Aldrovandi.
Che c’è, avete bisogno di una rispolverata alla memoria? Nessun problema, ci pensiamo noi: Federico Aldrovandi morì durante un’intervento della polizia, all’età di 18 anni, nell’ormai lontano 25 settembre 2005. Siamo a Ferrara: a più di dieci anni di distanza dalla tragedia, alcuni cassonetti dell’immondizia furono posizionati proprio dove si consumò la tragedia, attirando l’attenzione di Chef Rubio.
Chef Rubio e l’accusa di diffamazione
“Caro Comune di Ferrara” aveva scritto Rubio sul proprio profilo Twitter “anche se avete messo l’installazione ‘la Monnezza’ proprio a denunciare che chi uccise un ragazzino inerme, furono 4 maiali della @poliziadistato di Ferrara (@sindacato-Sap ancora in servizio) potreste far spostare i cassonetti? Grazie”.
Come vi raccontammo il tweet andò di traverso a Stefano Paoloni, segretario del Sap, che decise di querelare Chef Rubio portandolo a processo a Ferrara per diffamazione ai danni della Polizia di Stato. L’avvocato difensore di Rubini, Fabio Anselmo, tra parentesi lo stesso della famiglia Aldrovandi e della famiglia Cucchi, era tuttavia intervenuto facendo spostare il processo a Velletri.
L’avvocato Anselmo aveva di fatto sostenuto che non fosse quello di Ferrara il tribunale di competenza, arrivando a definire “eccentrico” il fatto che, in origine, il processo fosse stato radicato nella città emiliana e suggerendo una mancanza di limpidezza nei capi di imputazione.
Gli svolgimenti più recenti, nel frattempo, hanno visto Chef Rubio presentare tramite i suoi legali la richiesta di rito abbreviato del processo in questione – richiesta che dovrebbe già essere pervenuta al gup di Velletri, dove come vi abbiamo accennato in precedenza è stato “trasferito” il processo -; mentre il Sindacato autonomo di polizia (Sap per gli amici) nella persona del segretario generale Stefano Paoloni, si è costituito parte civile.
In altre parole la vicenda sembra ormai avviata verso una potenziale conclusione. Quel che è certo, nel frattempo, è che non si tratta affatto della prima volta che Chef Rubio finisce nei guai con la legge: sul suo capo, tanto per fare un esempio, pende ancora la denuncia “fantasma” da parte di Liliana Segre.