Era uno chef, come sostiene lui, o un semplice operaio, come invece sostiene la famiglia Berlusconi? Su questo si basa la battaglia legale intentata da Giacomo Canale, 43enne di Viareggio, che ha citato in giudizio davanti al Tribunale del lavoro di Genova Pier Silvio Berlusconi.
Il motivo del contendere sono appunto le mansioni svolte dall’uomo, per le quali chiede al vicepresidente di Mediaset 700mila euro di retribuzioni non versate. In sostanza, lui sostiene di essere stato per quasi vent’anni il cuoco della famiglia Berlusconi, che lo avrebbe però inquadrato con contratti per altre tipologie di mansioni: falegname, marinaio dello yacht, operaio addetto agli allestimenti.
Invece – sostiene Canale – lui sulla “Principessa vai via”, la barca di Silvio Berlusconi, ci lavorava, ma come cuoco. E successivamente anche sul “Suegno”, lo yacht del figlio dell’ex premier italiano, Pier Silvio. Lì, sostiene ancora Canale, diventa l’unico chef di bordo e instaura con Berlusconi Jr un rapporto di fiducia tale che Pier Silvio lo chiamerà anche a lavorare nel castello di Paraggi, la sua residenza di famiglia, dal 2010 al 2018.
Tramite il suo avvocato, ora Canale chiede il pagamento di ore di lavoro straordinario e giornate di riposo non pagate, oltre all’adeguamento dello stipendio alle sue reali mansioni: “Il mio assistito non solo doveva procedere alla cottura e preparazione dei cibi ma anche occuparsi dell’approvvigionamento. Preparava il tutto per il nucleo familiare che consumava il pasto verso le 15 e la cena alle 22,30 ma anche per i bambini e le 3 baby sitter e, talvolta, per i genitori della signora Toffanin, per la scorta e il personale addetto al castello”.
[Fonte: La Nazione]