Chef Lele Usai: “se faccio pagare il taglio della torta divento satana?”

Immaginate uno chef stellato che si trova in cucina la torta portata dal cliente, senza essere avvertito: lo mettereste al rogo se la facesse pagare o la rifiutasse?

Chef Lele Usai: “se faccio pagare il taglio della torta divento satana?”

In questa estate di scontrini e polemiche su cosa un bar e un ristorante possano o non possano far pagare ai clienti, ecco che si espone anche lo chef stellato Lele Usai del ristorante Il Tino a Fiumicino. Per lo chef sarebbe logico applicare un sovrapprezzo, una fee, per tagliare una torta portata da fuori, ovvero non preparata dal ristorante.

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Lo chef – che nel 2022 fece da giudice in una puntata di Masterchef – lo fa capire nel post su Facebook risalente al 14 agosto: condivide la fotografia di una torta che qualche cliente ha evidentemente portato da casa, e anticipa le critiche per il fatto che avrebbe valutato di far pagare taglio e servizio. E la questione è calda, soprattutto in queste settimane: tra chi fa pagare il taglio di un toast e chi il cucchiaino in più per condividere il dessert, o il piatto in più per gustare le trofie al pesto.

Un post eloquente

Lele Usai è lo chef che pochi mesi fa rifiutò una foodblogger che voleva mangiare gratis presso il suo ristorante, tramite il famoso pagamento in visibilità. Senza essere avvertito (lo scrive lo chef nei commenti: “la persona che ha preso la prenotazione mi ha assicurato inoltre che nessun accenno è stato fatto in merito alla torta“), lo chef si è trovato una torta non propria in cucina – torta, perdipiù, dalle fattezze grossolane “in stile viennetta“, racconta. Usai ha sollevato una questione che evidentemente è abituato ad affrontare. Si parla ancora dei “servizi in più” che un ristorante o un locale fornisce al consumatore, e che spesso sono messi in discussione da quest’ultimo: “Se gli applico un fee per il servizio che succede, divento satana e vado al rogo? Me scoppia er cervello non ce sto a capì più niente“.

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Cosa succede, quindi, se il cliente porta la torta da fuori? E può succedere, a tutti è capitato di organizzare una festa per una grande occasione e di desiderare una torta non prevista nel menu del locale. E allora si porta da fuori, ma è necessario tenere in considerazione che è un gesto da pagare, anche se la spesa del dolce in sé non è stata a carico del ristorante. Il ristoratore può anche rifiutarla, se il contesto non è supportabile – e chef Lele Usai non lo ha fatto e non ha fatto pagare la fee: “ho scelto io di prendere il rischio di servire comunque la torta e di non applicare nessuna fee“.

Portare la torta prodotta da altri

Sembra una scelta innocente, quella di far fare alla pasticceria di fiducia o alla zia la propria torta dei sogni e di portarla poi nel ristorante in cui si festeggia. Facendo così, tuttavia, si mette il ristorante in una posizione delicata sia dal punto di vista di servizio sia dal punto di vista igienico-sanitario. Di chi è la responsabilità, se succede qualcosa alla torta magari prodotta in maniera instabile o con ingredienti che si sciolgono o rovinano? Di chi è la responsabilità se qualche commensale sta male dopo averla mangiata? Ecco perché far pagare almeno il taglio e il servizio di una torta estranea è un servizio che è lecito far pagare.

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Quando accade questa usanza, inoltre, è bene sapere che una torta casalinga non dovrebbe essere nemmeno proposta al ristorante (perché i rischi sono troppo alti, e non c’è tracciabilità); se la torta invece arriva da pasticcerie o laboratori allora questa deve essere fornita al ristorante in una confezione idonea, con scontrino, e – soprattutto – dotata di elenco ingredienti e allergeni.

Fonte Facebook e Corriere Roma