Chef José Andrés va in Polonia per sfamare i rifugiati dall’Ucraina

In Polonia per aiutare e sfamare i rifugiati in fuga dalla guerra in Ucraina: ci sta andando chef José Andrés con la sua organizzazione non profit World Central Kitchen.

Chef José Andrés va in Polonia per sfamare i rifugiati dall’Ucraina

Grande chef José Andrés: dove si prospetta un’emergenza umanitaria, lui va. Lui con la sua organizzazione non profit World Central Kitchen, in questo momento diretta in Polonia dove già stanno arrivando migliaia di persone in fuga dalla guerra in Ucraina.

Lo chef spagnolo che opera negli Usa lo ha annunciato con un tweet in cui dice: “Stiamo arrivando in Polonia per vedere quello che possiamo fare!”. E proseguendo nella discussione su Twitter ha aggiunto: “Aspetto di capire cosa può fare World Central Kitchen! Quando saremo materialmente lì sapremo meglio come possiamo essere d’aiuto! Ma se c’è bisogno di noi, ci siamo!”

Le Nazioni Unite stimano che “circa 100.000 ucraini sono già stati sfollati a causa dell’invasione russa”, scrive Vox.com. La sola Polonia prevede di accogliere fino a 1 milione di ucraini. I rifugiati ucraini avranno bisogno di cibo, vestiti, riparo, assistenza legale, istruzione e assistenza sanitaria.

Andrés ha fondato World Central Kitchen nel 2010 dopo il terribile terremoto che ha devastato Haiti. “Pasti in risposta alle crisi umanitarie, climatiche e sociali mentre si lavora per costruire sistemi alimentari resilienti con soluzioni guidate localmente”, si legge sul sito WCK. L’organizzazione ha distribuito oltre 60 milioni di pasti freschi a persone bisognose dopo disastri naturali e sociali, come gli uragani a Porto Rico, New Orleans e nella Carolina; i terremoti di Haiti, Messico e Indonesia; i tornado di Nashville, i crocieristi in quarantena, gli operatori sanitari di fronte al COVID-19, gli agenti di polizia di Washington durante l’assedio del 6 gennaio 2021, i migranti al confine con il Texas.

José Andrés Chef

José Andrés, chef dello stellato Minibar e imprenditore food sempre in movimento – ha da poco annunciato l’apertura di tre ristoranti e un bar in un centro commerciale di Los Angeles –  si conferma non solo chef “iconico” e incessante sperimentatore della cucina molecolare, ma anche meritevole dei premi ricevuti per l’impegno sociale.