Chef José Andrés torna a parlare dell’uccisione di sette membri del team della World Central Kitchen da parte delle forze militari israeliane, e lo fa con parole dure e amare. Vale la pena ricordare che i sette operatori in questione, in missione a Gaza con l’obiettivo di allontanare lo spettro della fame esacerbato dalla rigidità delle restrizioni imposte dal governo Netanyahu, sono rimasti uccisi da un raid israeliano nonostante stessero viaggiando a bordo di auto blindate marchiate con il logo della WCK e soprattutto avessero coordinato i propri movimenti con le stesse forze militari di Gerusalemme.
Da qui la lettura di chef José Andrés, che in una breve e dolorosa intervista rilasciata ai microfoni della BBC non ha esitato ad accusare le forze israeliane a Gaza di avere preso di mira i suoi operatori in maniera sistematica, “macchina per macchina”. In altre parole, il J’accuse di Andrés oppone alle scuse dell’apparato militare israeliano – che ha promesso un “esame approfondito ai massimi livelli” per “comprendere le circostanze” di quanto accaduto – la freddezza del ragionamento: com’è possibile che gli operatori della World Central Kitchen siano stati colpiti, se le stesse forze israeliane erano ben informate dei loro movimenti?
Chef José Andrés e l’offensiva di Israele, una “guerra contro l’umanità”
Di fronte alla tragedia chef José Andrés pare determinato a non arrendersi al silenzio. Dopo appena una manciata di giorni dall’accusa riportata nelle righe precedenti, lo chef di origine spagnola ha concesso una seconda intervista ad ABC News in cui è tornato a discutere della violenza israeliana.
“Non si tratta solamente dei sette uomini e donne della World Central Kitchen morti” ha spiegato Andrés. “Sono sei mesi che si prende di mira tutto ciò che si muove. Questa non mi sembra una guerra contro il terrorismo. Questa non sembra più una guerra per difendere Israele. A questo punto, a dire il vero, sembra più una guerra contro l’umanità“.
Come già accennato in apertura di articolo, l’IDF (Israel Defense Forces, o forze di difesa israeliane, tanto per intenderci) ha dichiarato di avere sferrato tre attacchi contro il convoglio umanitario e ammesso che la World Central Kitchen aveva coordinato correttamente e con anticipo i loro movimenti. In seguito all’attacco, i funzionari israeliani si sono scusati sostenendo di essere “convinti di prendere di mira agenti armati di Hamas e non dipendenti della WCK”.
Una difesa che però avrebbe irrimediabilmente preso a sfaldarsi agli occhi di José Andrés: “Non possiamo semplicemente coinvolgere Hamas ogni volta che succede qualcosa”, ha spiegato. Vale la pena notare, in chiusura, che anche l’ONU sta ipotizzando un crimine di guerra per le restrizioni israeliane sul cibo a Gaza: secondo la lente delle Nazioni Unite la morsa di Netanyahu potrebbe essere equivalente al crimine di procurata fame.