Da 5900 euro a più di 16 mila. No, non stiamo dando i numeri: si tratta dell’importo della bolletta della luce del ristorante Casa Vissani di chef Gianfranco Vissani, mostrate da quest’ultimo in una recente intervista rilasciata ai microfoni dell’ANSA. Una intervista che, va detto, ha l’inconfondibile sentore della denuncia: “Se ci vogliono far chiudere basta che ce lo dicano” commenta Vissani. “Spiegateci come dobbiamo andare avanti”.
Una domanda, quest’ultima, che di fatto trova risonanza nell’intero settore della ristorazione – tanto che, parafrasando il più recente appello di Confcommercio, si rischia davvero di finire con le proverbiali gambe all’aria – e nel settore primario. “Qualcuno ho visto che mette negli scontrini il costo di luce e gas” commenta Luca Vissani, padre di Gianfranco, riferendosi alla curiosa provocazione di una pizzeria napoletana. “Se dovessi fare la stessa cosa dovrei spalmare sul conto dei clienti mille euro al giorno, dato che il nostro ristorante resta aperto 16 giorni al mese”. Padre e figlio, per di più, spiegano di stare facendo l’impossibile per non ritoccare il menu, nonostante – oltre all’ormai sventrato capitolo del caro bollette – i rincari alle materie prime. Una decisione che, tuttavia, viene accompagnata da un avvertimento: “A queste condizioni è impossibile continuare a fare impresa in Italia”.
“Non vorrei parlare di politica e tantomeno di elezioni” dice poi Gianfranco Vissani “ma di certo serve che oggi tutti i partiti trovino un’intesa per salvare questa nostra piccola Italia. Occorre un’azione politica seria, tesa ad aiutare le imprese e le persone davvero bisognose e quindi basta con questo reddito di cittadinanza. Chi andrà a governare pensi ad aumentare gli stipendi e ridurre la pressione fiscale”.