Chef e camerieri in crisi: gli alberghieri hanno finito i soldi per gli ingredienti

Chef e camerieri degli istituti alberghieri hanno un piccolissimo problema: non ci sono soldi per comprare gli ingredienti per le prove pratiche

Chef e camerieri in crisi: gli alberghieri hanno finito i soldi per gli ingredienti

Chef e camerieri che frequentano gli istituti alberghieri stanno affrontando un piccolissimo problema: sono finiti i soldi per gli ingredienti. Il che potrebbe non sembrare tutta questa tragedia per chi non frequenta tali scuole. Ma considerando tutte le lezioni pratiche che ha un alberghiero e che senza ingredienti i futuri cuochi non possono cucinare, capirete bene perché si tratta di un bel problema.

Perché gli istituti alberghieri non hanno più carne e pesce?

problema

L’allarme è arrivato sia dalla Federazione Italiana Cuochi che dalla Rete nazionale degli istituti alberghieri. Entrambe le istituzioni chiedono che il ministro intervenga in qualche modo e che anche il settore investa per garantire le forniture di cibo agli istituti che stanno formando gli chef e i camerieri di domani.

Purtroppo senza ingredienti e con i frigoriferi vuoti, ecco che le cucine degli istituti alberghieri italiani sono costrette a rimanere chiuse. Con l’ovvia conseguenza che per un futuro chef è impossibile imparare a cucinare senza poter fare pratica. E idem dicasi per quanto riguarda servire, impiattare o pulire per i camerieri.

Imparare a cucinare non è qualcosa che si può fare solo mentalmente: ci va anche la pratica. Ma senza ingredienti, non è possibile procedere. Rocco Pozzulo, presidente della Federazione italiana cuochi (acronimo FIC) e docente Its, ha spiegato che la situazione si sta facendo sempre più difficile: non riescono più ad acquistare pesci, carne o ortaggi.

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Secondo Pozzulo il problema scaturisce dal fatto che i genitori degli studenti devono pagare all’istituto due tasse:

  1. tassa obbligatoria: 20 euro da versare allo Stato
  2. tassa facoltativa: 100 euro da versare all’istituto

E indovinate un po’? Esatto, essendo facoltativa i genitori spesso evitano di pagare la seconda tassa, con l’ovvio risultato che gli istituti non hanno abbastanza soldi per comprare gli ingredienti necessari. E una volta esauriti i pochi fondi a disposizione ecco che sono costretti a chiudere le cucine e a sospendere le esercitazioni pratiche.

Per questo motivo lo Stato dovrebbe aiutare maggiormente gli istituti alberghieri, vista anche la continua carenza di chef e camerieri. Pozzulo ha aggiunto che non servono grossi quantitativi di cibo in quando non devono certo cucinare per mangiare. Tuttavia servono un minimo di ingredienti in modo che i ragazzi possano imparare a manipolarli e cucinarli.

La cosa curiosa è che i fondi per acquistare i macchinari ci sono, ma mancano quelli per il cibo. Quindi gli istituti hanno tutti i macchinari che gli servono, ma non possono attivarli per mancanza di cibo.

Pozzulo ha poi continuato parlando di una “situazione insostenibile”: sono obbligati ad andare avanti solo con le lezioni teoriche. Ma non si può imparare a sfilettare un pesce solo con la teoria: ci va anche la pratica (altrimenti a quest’ora, dopo tutte le stagioni viste e riviste di MasterChef, saremmo tutti degli chef da divano provetti).

Gli istituti non chiedono certo al Governo di acquistare aragoste o filetto (anche se è indubbio che gli studenti debbano imparare a preparare anche questi ingredienti pregiati), ma almeno di mettere da parte dei fondi per rifornire le dispense degli istituti sì.

La situazione in cui versano le dispense degli istituti alberghieri italiani è stata ora portata all’attenzione del ministro dell’Istruzione e del merito, ma si attende ancora una risposta.