Non bisogna mettere fretta ai clienti, devono vivere e godere appieno dell’esperienza al ristorante: questa è la motivazione per cui chef Cristiano Tomei ha scelto di tenere aperto il suo locale a pranzo, ma non a cena. Perché? Colpa del coprifuoco alle 22, che tanto sta dividendo la nostra politica.
Per Tomei, chef de L’Imbuto di Lucca, la norma straordinariamente imposta dal governo Draghi rappresenta un vero e proprio impedimento al lavoro: insomma non vale proprio la pena di aprire a cena.
“Non si può mettere fretta ai clienti e non si può obbligarli ad alzarsi per tornare a casa prima del coprifuoco”, ha dichiarato il cuoco. “Al ristorante si va anche per rilassarsi. Io e lo staff abbiamo deciso di non aprire a cena perché nel mio ristorante non si va perché si ha fame, ma per fare una “esperienza”.”
Troppo poco il tempo a disposizione per apprezzare il fine dining de L’imbuto, come spiega a Il Messaggero: “da noi si viene per una “liturgia”. I clienti compiono un percorso sensoriale in un’occasione speciale dove non c’è spazio per la fretta. Inoltre è raro che gli italiani vogliano mangiare alle 19 e io non voglio cambiare il mio approccio alla ristorazione”.
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Dunque il ristorante resta aperto a pranzo, rigorosamente dehors, sempre che il tempo faccia la sua parte.
[ Fonte: Il Messaggero ]