Anche lo chef Antonello Colonna ha una sua opinione ben precisa sulla questione Green Pass: a pretenderlo per primi sono i suoi stessi clienti che, in tal modo, si sentono più garantiti sapendo che nei suoi ristoranti la legge viene rispettata. Per questo motivo nei suoi locali, il Resort Colonna di Labico (lo aveva anche offerto come centro vaccinale) e l’Open Colonna di Milano, il Green Pass viene regolarmente richiesto agli avventori.
In realtà già in precedenza lo chef si era dichiarato favorevole all’introduzione del certificato verde. Tuttavia ora, durante un’intervista all’Adnkronos, ha rivelato che c’è stato un cambio di prospettiva: è la clientela che pretende il rispetto delle regole. E di questa cosa lui è contento perché finalmente vede collaborazione e unità per combattere la pandemia.
Lo chef ha spiegato che i suoi clienti vogliono esibire il Green Pass. Inoltre gli chiedono anche se le stanze siano state igienizzate. Tuttavia sottolinea la persistenza di un problema: mancano i controlli.
Colonna ammette che in un’Italia composta di tante piccole realtà forse è impossibile eseguire dei controlli capillari: ci sono centri lontani e dislocati dove è più complesso far rispettare la legge. Magari riescono a fare una multa qua e là (come è successo a Brescia dove sono fioccate le prime sanzioni), ma riuscire a monitorare tutte le attività in ogni parte del Paese è inimmaginabile.
Lo chef fa poi degli esempi pratici: la discoteca che hanno fatto chiudere a Rimini servirà ad insegnarci qualcosa? Ma quante Rimini o Sardegna ci sono in Italia? E lo stesso discorso vale per i trasporti: lui viaggia spesso in treno e a Roma in stazione ci sono i tornelli, come accade in poche altre città italiane. Ma in tutte le altre? Come fanno a controllare tutti? E si chiede se la prossima volta che salirà in treno gli chiederanno anche il Green Pass oltre al biglietto.
Antonello Colonna è preoccupato, poi, del fatto che si vocifera che Sardegna e Sicilia possano ritornare gialle e ha paura che si continuerà così, cioè con regole che devono essere rispettate, ma di cui nessuno verifica poi che sia veramente così.
Secondo lo chef, quando non ci sono regole chiare o quando non ci sono i controlli, si finisce con il fare le leggi al bar, cosa di cui lo Stato gioisce perché gli hai tolto un lavoro da fare. E parla di “caciara popolare” in cui ciascuno si fa la legge per conto proprio fino ad arrivare a comprarsi i Green Pass.