Che è successo all’ortofrutta italiana? Il saldo commerciale crolla del 25%

Primo semestre da dimenticare per l'ortofrutta italiana: il saldo commerciale è calato del 24,9% su base annua.

Che è successo all’ortofrutta italiana? Il saldo commerciale crolla del 25%

Crollo verticale – il saldo commerciale dell’ortofrutta italiana ha fatto registrare una contrazione del 24,9% su base annua, frenata brusca e repentina dopo cinque mesi di crescita progressiva. A dirlo è il più recente rapporto di Fruitimprese, costellato di segni in rosso: si segnala, infatti, anche un calo del saldo in volume che passa dalle -291.127 tonnellate dei primi sei mesi del 2022 alle -338.351 del primo semestre dell’anno in corso; oltre a cali più contenuti per quanto concerne l’export di frutta fresca (-3,3% in volume) e quello di frutta secca (-8,8% in quantità, oltre a una perdita di quasi un quarto del valore a causa della produzione nazionale di fatto mutilata dalle avversità atmosferiche).

L’ortofrutta dello Stivale: un’occhiata alla bilancia commerciale italiana

mercato

Non è tutto un sanguinare, però. Lo stesso rapporto rapporto parla di una timida crescita delle esportazioni complessive di ortofrutta, che mettono a segno un aumento dell’1,3% in quantità del 7,1% per quanto riguarda il valore; ma è bene notare che questi segni in verde sono contraltati da una speculare ripresa delle importazioni, aumentate rispettivamente del +3,5% e +8,6%. Tra i principali protagonisti del periodo temporale preso in esame spiccano soprattutto i tuberi, legumi e ortaggi che vedono crescere le esportazioni dell’8% in volume e del 19,2% in valore (l’import, in questo caso, è a sua volta in salita del 15% in quantità e del 26,2% in valore).

Gli stock di vino italiano in cantina sono ai massimi dal 2000, e l’export continua a calare Gli stock di vino italiano in cantina sono ai massimi dal 2000, e l’export continua a calare

A proposito delle importazioni – al di là della sopracitata performance degli ortaggi tutte le quantità importate degli altri comparti sono accompagnate da un segno negativo. È tuttavia bene notare che il rapporto ha sottolineato, imputando naturalmente il tutto all’effetto del tasso di inflazione in crescita, un recupero in termini di valore per quanto concerne gli agrumi e la frutta tropicale.

Ma torniamo ai soliti noti del flusso di esportazione di ortofrutta del nostro caro e vecchio Stivale: si segnala un calo delle esportazioni di mele (-5,01%) a fronte di un valore esportato praticamente costante; mentre i kiwi hanno vissuto un contesto diametralmente opposto forte di una crescita del 6,18% in quantità e un piccolo calo (-0,56%, a essere precisi) in valore.

Le arance confermano invece il trend positivo del comparto agrumi con un +15.69% in valore; mentre ancora le fragole hanno messo a segno un +13,99% in valore rispetto al primo semestre 2022 (crescita notevole e senza ombra di dubbio “gonfiata”, come accennato in precedenza, dall’imperversare dell’aumento generale dei costi di produzione e dei prezzi al consumo).

Capitolo a parte per le pere, che reduci da un’annata – la scorsa – pessima hanno dato segnali di una inversione di tendenza, ma siamo ancora lontani dai dati di una campagna che potremmo definire normale a causa delle gelate e delle fitopatie.