Diciamoci la verità: belle le luci, bello il parentame, belli anche e soprattutto i regali – ma il Natale, se siete stati rilegati ai fornelli di casa, rischia di diventare una macchina schiacciasassi che prende i buoni propositi e li trasforma in ansia e cattive maniere. Vogliamo dire, a tutti piace riempirsi la bocca di quanto siano lunghi e impegnativi (per la linea in primis) i famosi pranzi e cene durante il periodo natalizio, millantando vere e proprie maratone gastronomiche interrotte qua e là dagli sproloqui del nonno o dalle battute inappropriate dello zio, ma qualcuno dovrà pur occuparsi di soddisfare tutte quelle mascelle pronte a macinare materie prime. E i numeri suggeriscono che quel qualcuno potrebbe essere almeno un poco in difficoltà.
Stando a quanto emerso da un’indagine Everli, marketplace della spesa online, a Natale un italiano su dieci si sente sotto esame come cuoco; e addirittura che la maggior parte degli abitanti dello Stivale (l’83%, a essere ben precisi), pur considerando le festività natalizie come un momento complessivamente felice, le vive con stress.
Il pranzo (o la cena, a voi la scelta) di Natale: le due facce della medaglia
Che diciamoci la verità, per quanto ricevere il sigillo dell’approvazione dai nonni o dagli amici possa fare piacere, il rischio che accolgano le vostre creazioni con sospiri malcelati e una improbabile quanto improvvisa voglia di dedicarsi a una dieta più rigorosa è sempre dietro l’angolo.
L’indagine in questione ha fondamentalmente voluto esplorare il percepito degli italiani sul periodo e sui preparativi di festa che non comprendono solamente la preparazione – e il consumo, beninteso – dei pasti di Natale, ma anche le ore dedicate alla spesa e all’allestimento della tavola.
I risultati, come accennato nelle righe precedenti, sono forse vagamente desolanti, ma assolutamente non sorprendenti. Numeri alla mano, un’ampia fetta degli abitanti del nostro Stivale (78%) ha vissuto sensazioni di pesantezza almeno una volta nella vita, ad alcuni capita molto spesso (32%) e a più di 1 su 10 (11%) succede ogni volta che arriva il mese di dicembre.
Il cibo, che si tratti di prepararlo o (forse) più banalmente di mangiarlo, è pietra angolare di questo mosaico di ansia natalizi. Oltre un rispondente su quattro (27%) si sente mancare il fiato perché durante il Natale e i giorni seguenti è coinvolto a tavola con parenti a cui non può sottrarsi, mentre altri – uno su dieci, come anticipato – si sentono sotto esame come cuoco e padrone di casa.
Interessante notare, in chiusura, che nonostante l’ansia bruci decisa gli italiani non vogliono comunque astenersi dalle necessità del Natale: quasi la metà degli intervistati (49%) ha dichiarato di non delegare ad altri l’organizzazione e la realizzazione dei pasti. Meglio soffrire l’ansia o fidarsi dei gusti culinari di altri? La risposta la sappiamo già.