Il vigneto della Champagne è in uno stato eccellente, sostengono i vigneron e le Maison della zona dopo aver appena raggiunto l’accordo circa la prossima vendemmia e sui nuovi orientamenti strategici per il futuro della bollicina francese per eccellenza. L’inizio dovrebbe essere anticipato verso l’ultima decade di agosto (comprensibile, considerando il caldo), ma ciò che è particolarmente degno di nota è la resa commerciabile fissata a 12 mila kg/ha, il livello più alto degli ultimi quindici anni.
Si segnala, inoltre, che la filiera ha rafforzato la sua capacità di resilienza varando lo sblocco differito della riserva, che di fatto permette di generare un credito per gli operatori nel caso in cui la mole della raccolta, sommata a quella della riserva, risultasse di fatto insufficiente a raggiungere la resa commerciabile di cui sopra. Credito che, nel corso dei successivi tre anni, potrà poi essere utilizzato man mano che la stessa riserva tornerà a essere ricostituita: l’obiettivo, in questo contesto, è quello di fornire gli strumenti necessari al raggiungimento della resa commerciabile in modo da garantire l’equilibrio del mercato.
Ci si aspetta, infine, che il 2022 porti ottime notizie anche in termini di spedizioni: dopo il disastro legato al Covid nel 2020 e la timida ripresa del 2021, poi colpita da grandine e gelate (e va detto che, sotto questo punto di vista, il rischio c’è ancora), il Comité Champagne è senz’altro rassicurato dall’annunciare che le spedizioni nel solo primo semestre dell’anno corrente hanno già raggiunto le 130 milioni di bottiglie, in crescita del 13,8% su base annua.