Come superare il lascito della lunga solitudine determinata dal Covid? Interi mesi passati tra le mura domestiche, bombardati da notizie che cavalcavano l’onda della frenesia per presentare uno spietato quadro apocalittico, senza il conforto del contatto umano… Riuscirà mai l’uomo a tornare a vivere come se niente fosse? La risposta è sì – basta lasciarsi andare alla voglia di lusso, a quanto pare. Ci stiamo riferendo a quanto riportato dal CEO di Moët Hennessy, Philippe Schaus, durante un’intervista rilasciata ai microfoni di Bloomberg, nel corso della quale ha spiegato come il gruppo rischiasse di esaurire le scorte di champagne in vista del periodo natalizio.
Una voglia repressa
Addirittura, stando a quanto raccontato dallo stesso Schaus, pare che la domanda da parte dei consumatori più facoltosi, evidentemente i più determinati a lasciarsi alle spalle gli orrori della pandemia, abbia raggiunto un tale volume che all’interno dell’azienda i dipendenti hanno scherzosamente preso a sostenere che ci troviamo negli iconici “roaring 20’s”, o Anni ruggenti.
Non è un caso che continuiamo a rimandare ai tempi del Covid: la tendenza in questione è di fatto stata spiegata da Schaus come una diretta conseguenza dei rigori del lungo e spietato periodo pandemico. “Mentre il mondo sta lentamente uscendo dal Covid” ha commentato il CEO durante la sopracitata intervista “ecco che emerge quella domanda repressa di lusso, divertimento e viaggi”.
Difficile dargli contro – mesi passati in casa potrebbero spingere anche il più ascetico degli uomini a cercare un po’ di divertimento. È importante notare, tuttavia, che non è chiaro quali marchi del colossale gruppo MH siano stati i più “colpiti” dall’aumento della domanda: il mese scorso LVMH ha riferito che le sue divisioni vino e liquori avevano registrato una crescita dei ricavi a doppia cifra durante il terzo trimestre di quest’anno, ma durante la sua intervista Schaus ha preferito mantenere un certo riserbo e non sbottonarsi su quali etichette rischino di rimanere a secco.
Anche nel mondo del lusso, tuttavia, pare che il futuro sia tutt’altro che tranquillo: i venti dell’inflazione hanno gonfiato dense nubi tempestose, e di fatto l’aumento del costo delle materie prime o il cosiddetto caro bollette hanno colpito anche questa filiera (anche se, non sbagliatevi, a scottarsi più di tutti gli altri saranno sempre gli strati più poveri della popolazione). Lo stesso Schaus, a tal proposito, ha ventilato la possibilità che alcuni prodotti potrebbero aumentare di prezzo – un rincaro che inevitabilmente andrà a interferire con i consumi.