In Germania e Olanda stanno procedendo le indagini congiunte in merito alla questione delle bottiglie di champagne Moet & Chandon contaminate con Ecstasy: al momento si registrano 1 morto e 11 ricoverati. Va subito precisato che in questa vicenda l’azienda Moet & Chandon non c’entra nulla, è altrettanto vittima dei fatti quanto tutti gli altri.
Tutto inizia la sera di San Valentino. Nel bar-ristorante di Marcello De Vita, La Vita di Weiden, nell’Oberpfalz, un gruppetto di clienti abituali decide di festeggiare la fine dell’obbligo di chiusura dei locali alle 22 bevendo dello champagne. Viene così stappata una bottiglia da tre litri di Moet & Chandon Ice Imperial: i clienti, la moglie del titolare e una cameriera festeggiano così sorseggiando champagne.
Solo che appena assaggiano le bollicine, ecco che hanno subito percepito un gusto orribile. Immediatamente dopo, tutti quanto sono caduti a terra con crampi molto violenti. Uno di loro, un uomo di 52 anni, non ce l’ha fatta ed è morto la notte stessa.
Ovviamente sono state fatte subito le analisi del caso e, fra lo stupore di tutti, è emerso che nella bottiglia in questione era stata aggiunta una notevole quantità di MDMA, di Ecstasy in pratica. Si era trattato dunque di un avvelenamento da Ecstasy. Oltre al defunto, altre sette persone sono state ricoverate a causa di questo avvelenamento.
Secondo le forze dell’ordine, questa bottiglia di Moet & Chandon Ice Imperial era stata usata come veicolo per spacciare droga: non si era trattato, dunque, di un attacco rivolto al bar-ristorante, ai clienti o anche solo all’azienda produttrice. Solo che non si è ancora capito chi sia stato a contaminare la bottiglia: l’unica persona che era stata arrestata si è scoperto essere estranea ai fatti.
C’è però una labile traccia. Pare che una bottiglia di Moet & Chandon Ice Imperial Jeroboam, imbottigliata nel 2017 a Epernay in GFrancia con numero di serie LAJ7QAB6780004 sia stata venduta via eBay in Olanda, per poi finire un paio di anni dopo da un collezionista (sempre tramite eBay) e poi sarebbe arrivata in qualche modo nel ristorante di Weiden, tecnicamente intatta e imballata.
Ma qui scatta l’arcano: alcune fonti sostengono che la bottiglia fosse integra (ed è subito Sherlock Holmes con l’enigma della stanza chiusa, anzi, in questo caso l’enigma della bottiglia chiusa), mentre per il Mittelbayerische Zeitung il sughero non era più quello originale (se questo fosse il caso, non c’è più bisogno di scomodare il 221B di Baker Street).
Tanto per complicare la faccenda, ecco che, successivamente ai fatti in Baviera, in Olanda altre quattro persone sono state avvelenate a causa di una bottiglia di Moet & Chandon Ice Imperial da tre litri sempre della medesima partita e anche lei messa in vendita tempo fa su eBay.
A denunciare il fatto è stata l’azienda Moet Hennessy. Inoltre pare che ci siano dei precedenti: nel 2019 in Australia era state trovate ben 32 bottiglie di Moet & Chando riempite di Ecstasy.
Mentre in Germania è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, sulla questione ora indaga anche l’Europol: bisogna capire in quale punto dei lunghi viaggi di queste bottiglie siano intervenuti gli spacciatori. E anche come abbiano fatto a perdere di vista queste bottiglie: se è vero che le stavano usando per trasportare e consegnare la droga, ha poco senso che adesso si trovino a destra e a manca e non nelle mani dei destinatari della droga.
Intanto il produttore dello champagne in questione ha ribadito che non si tratta di un problema di qualità del prodotto, ma di un vero e proprio atto di criminalità: la ditta produttrice non c’entra nulla in tutto ciò.
C’è poi anche il problema di capire quali bottiglie siano state manomesse e quali no. Esternamente sono tutte uguali, non è che i criminali ci hanno piazzato su un bel disclaimer rosso con su scritto “Champagne addizionato con Ecstasy”. Tuttavia quando si versa il liquido, si può notare come lo champagne frizzi di meno, abbia un odore fruttato simile all’anice e sia di un colore rosso-bruno che tende a scurire.
Tecnicamente la MDMA, nella sua forma liquida, ha un sapore salato che ricorda il sapone, solo che miscelata agli altri liquidi è difficile da percepire. Anche perché il quantitativo contenuto nelle bottiglie incriminate è così alto che basta un solo assaggio per far scattare gravi sintomi.
Se all’estero l’Ecstasy viene diluita nello champagne pregiato, qui da noi, invece, viene diluita semplicemente nella birra: è quanto accaduto qualche anno fa a Bari.