Centomila bottiglie di “Acqua Santa” per il governo Meloni: sono proprio necessarie?

Il governo ordina centomila bottigliette d'acqua. Davvero non c'era un'altra soluzione?

Centomila bottiglie di “Acqua Santa” per il governo Meloni: sono proprio necessarie?

C’è da essere sicuri che, durante questo governo presieduto da Giorgia Meloni, i membri dell’esecutivo troveranno sempre un bar ben fornito. Già a fine 2024 Palazzo Chigi ha scongiurato l’eventualità di restare senza caffè con un ordine di 67 mila e ottocento capsule Nespresso e ora, in vista di una bella stagione che preannuncia decisamente calda, il governo allontana il rischio di disidratazione, mettendosi in cantina ben 100 mila bottigliette da mezzo litro.

Centomila bottiglie di “acqua santa”

Meloni acquaNo, non è questa l’acqua scelta per Palazzo Chigi.

Per placare la sete governativa, sono state ordinate 66 mila bottiglie di acqua naturale da mezzo litro e 34 mila di acqua frizzante, sempre nello stesso formato e tutte rigorosamente in vetro: ovviamente con l’impegno di rendere i vuoti al fornitore.

Il Governo di Giorgia Meloni ordina 30mila euro di caffè: in capsule, e non proprio Made in Italy Il Governo di Giorgia Meloni ordina 30mila euro di caffè: in capsule, e non proprio Made in Italy

Se vi chiedete che prezzo si possa spuntare comprando quantitativi del genere, possiamo dirvelo: per una fornitura che dovrebbe durare fino alla fine del 2026 il governo ha spuntato un prezzo di 0,23 più per bottiglia.

Ad accaparrarsi la succosa commessa è stata l’azienda che imbottiglia e commercializza i marchi di acqua Tullia e Egeria, società che ha scelto un nome alquanto curioso: “Acqua Santa di Roma srl”: no, non c’è nessun rapporto con la Santa Sede, ma forse un po’ di scaramanzia ha influito nella scelta governativa.

Perché beviamo acqua in bottiglia? Perché beviamo acqua in bottiglia?

L’attività, di proprietà della famiglia Mari, esiste dal 1948 e, oltre alle acque sopracitate, col marchio Egeria distribuisce anche tutta una linea di prodotti alimentari: bibite, prosecco, olio, pasta, miele e birra artigianale.

Ora, al netto della simpatia che può suscitare l’idea di Giorgia Meloni che porta centomila bottiglie di “acqua santa” a Palazzo Chigi, e apprezzando il fatto che almeno si è optato per il vetro e non per la plastica, davvero non si poteva trovare una soluzione migliore? Da più parti, Nazioni Unite comprese, arriva l’invito a consumare più acqua del rubinetto, la cui qualità in Italia è buona e garantita dai controlli effettuati tanto quanto dai gestori del servizio che dalle AUSL: non poteva essere questo un primo passo per migliorare la fiducia dei consumatori nei confronti dell'”acqua del sindaco”, dando un buon esempio?