La notizia è piuttosto semplice, a dire il vero: in Arkansas le autorità locali si stanno attivando per legalizzare (ulteriormente) la vendita di latte crudo. A dare profondità ai fatti, però, è la lista di puntate precedenti e implicazioni più o meno collaterali.
Capitolo uno: l’influenza aviaria. Il mondo è reduce da due stagioni epidemiche di aviaria da record. Le più gravi di sempre, per numeri e diffusione. Il virus ha preso a imperversare tra i mammiferi, uccidendo – tra le altre cose – per la prima volta anche gli orsi polari, alcuni Paesi (Francia e Olanda, soprattutto) hanno dato il via a campagne di vaccinazione, i contagi tra gli esseri umani si fanno sempre più numerosi e misteriosi. Ma che c’entra il latte crudo?
Il legame tra l’aviaria e il latte crudo e il ruolo di Kennedy
A preoccupare gli scienziati, al netto del fatto che un aumento di casi nei lavoratori a contatto con pennuti è normale, è la capacità del virus di mutare e adattarsi ad altri organismi. Il salto di specie, insomma.
A novembre 2024 il caso di un ragazzo canadese, che probabilmente in un allevamento di polli o di bovini non ci ha mai messo piede, fa il giro del mondo: il nostro protagonista risulta positivo all’aviaria e i campanelli d’allarme iniziano a trillare con ancora più intensità.
Ora il caso dell’Arkansas. La lotta alla regolamentazione avrebbe raggiunto l’apice nell’estate del 2024, in seguito a un sequestro operato dall’USDA ai danni di alcuni agricoltori che stavano cercando di vendere del latte crudo in un mercato agricolo di quartiere. La legge statale, di fatto, vieta(va) di venderlo al di fuori degli allevamenti.
Il nuovo disegno di legge permetterebbe invece agli agricoltori di vendere ai mercati agricoli e addirittura di effettuare consegne. “È una questione di libertà“, ha spiegato il rappresentante Cameron Cooper in udienza. Staremo a vedere.