C’è un’azienda che stampa il latte in 2D: come funziona?

Milkadamia è un'azienda americana che stampa "fogli" di latte in 2D: vediamo insieme come funziona.

C’è un’azienda che stampa il latte in 2D: come funziona?

C’è chi potrebbe sostenere che, raggiunto un certo livello di progresso, il limite tra la tecnologia e la magia diventa piuttosto flebile – se non altro per quella sensazione di curiosità e meraviglia che entrambe sembrano in grado di evocare. E badate bene: se è pur vero che il cibo stampato o coltivato non è certo una novità, sentire parlare di latte in 2D potrebbe fare inarcare le sopracciglia anche ai nostri lettori più stoici.

Vogliamo dire: il “2D” è un modello che elude nettamente le due più tradizionali declinazioni del liquido o della polvere, e rimanda piuttosto al mondo della carta. Bingo: l’ultima trovata di Milkadamia – questo il nome dell’azienda produttrice – è un latte d’avena Flat Pack, e si tratta fondamentalmente di fogli stampati di latte a base vegetale.

Dal foglio in 2D al liquido, e la questione delle emissioni

latte

Stando a quanto spiegato dalla stessa azienda, i fogli in questione sono stati progettati per essere consumati in due modi: una miscelazione di 30-60 secondi in un frullatore con aggiunta di tazza d’acqua, o più banalmente lasciando un foglio immerso in acqua durante la notte per poi berlo al mattino successivo. Ma come vengono creati?

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Il procedimento di creazione – ancora: secondo quanto lasciato trapelare – prevede che la pasta di latte d’avena venga stampata su di fogli piani attraverso un processo di stampa 2D brevettato e di proprietà della compagnia. Nella lista degli ingredienti figura l’avena (ma dai?), l’olio di colza, la farina di semi di carrubo, sale marino e vaniglia bourbon.

I fogli vengono dunque ricoperti di un imballaggio “compatto e leggero”, in grado di ridurre i rifiuti di packaging del 94% e il peso dell’85% rispetto ai colleghi più tradizionali, per così dire: ogni confezione contiene otto fogli in tutto, con ciascuno di essi che contiene fino a circa 23 cl di latte d’avena.

La soluzione di Milkadamia, è chiaro, andrebbe anche a ridurre sensibilmente le emissioni derivanti dalla logistica e dal trasporto proprio a causa del suo peso minore. Quest’ultima è una questione che, parallelamente, sta facendo discutere anche il mondo del vino: in Scandinavia, ad esempio, si pensa di sostituire le bottiglie in vetro con contenitori in Pet.

Vale poi la pena sottolineare che il progetto di Milkadamia, per quanto interessante, non è del tutto innovativo: un’altra azienda, chiamata Veganz, ha ad esempio già brevettato un latte stampato in 2D lo scorso anno – un tempismo che potrebbe far pensare che Milkademia abbia ricevuto la tecnologia necessaria a produrre il suo Flat Pack in licenza dai colleghi. Al di là di ogni speculazione, il “latte in fogli” di Milkadamia sarà disponibile online e nei negozi a partire da gennaio 2025.