C’è una cantina italiana che produce un vino a tema Hello Kitty, e l’UK ha deciso di vietarne la vendita

Una cantina dell'Oltrepò Pavese ha un'intera linea di vino dedicata a Hello Kitty. Dall'altra parte della Manica, però, storcono il naso.

C’è una cantina italiana che produce un vino a tema Hello Kitty, e l’UK ha deciso di vietarne la vendita

Il mondo del vino è in crisi, e non è certo un segreto. Si compra e si beve sempre meno, un po’ per consumatori sempre più vicini alle declinazioni  NoLo o dealcolate e un po’ perché i portafogli, ahinoi, tendono a essere sempre più magri. Tocca inventarsi qualcosa, insomma, qualcosa per riconquistare il favore di riflettori e clienti; e con l’influencer marketing ormai ben avviato, seppur in ritardo, verso il suo naturale tramonto, tocca affidarsi ad altre figure. Come Hello Kitty.

Funzionerà? Difficile dirlo: quel che è certo è che, almeno dall’altra parte della Manica, non sta funzionando affatto. E non perché gli inglesi non abbiano a cuore l’iconico gattino nipponico, badate bene, ma piuttosto perché le autorità di settore hanno ritenuto opportuno metterne al bando la vendita.

Perché il vino di Hello Kitty è stato bandito?

La sentenza del giudice

Sul banco degli imputati c’è l‘azienda agricola Torti, situata a Montecalvo Versiggia, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, forte di una intera linea dedicata a Hello Kitty – dai rosè declinati spumante in formato da 375 ml al pinot nero fermo messo alla gogna nelle terre d’Albione. Azienda agricola che, è bene notarlo, si professa innocente. Ma quali sono le accuse?

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L’Independent Complaints Panel (o ICP per gli amici) è una forma di autorità che, come suggerisce il nome, si occupa di prendere in esame i reclami sui prodotti in vendita. L’industria dell’alcol ha ovviamente un ramo dedicato, che nelle ultime settimane avrebbe raccolto la segnalazione di un consumatore rimasto “sbigottito nel vedere dell’alcol venduto con un marchio di giocattoli per bambini”. Il nostro protagonista non è andato per il sottile: “Come può essere legale?”. 

Chiamati a difendere i propri prodotti, i portavoce di casa Torti avrebbero preso a sostenere che HK fosse popolare tra tutte le età, comprese le mamme e le nonne (ma non i papà e i nonni, a quanto pare), e che non potesse essere dunque considerato come un marchio esclusivamente dedicato ai bambini. Il panel dell’ICP, però, non ha voluto sentire ragioni.

Pur riconoscendo che il marchio sia di fatto legato a un certo grado di nostalgia che lo avrebbe reso popolare anche tra alcuni consumatori adulti (ed è risaputo, d’altronde, che noialtri abitanti dello Stivale siamo un po’ nostalgici), le autorità hanno evidenziato come la sua commercializzazione nel Regno Unito includa anche una (lunga) serie di materiali mediatici per bambini, o comunque adatti dai tre anni in su. Vietata la vendita, dunque. Almeno nel Regno Unito.