C’è un modo per fermare l’estinzione delle banane?

Le banane sono a un passo dall'estinzione, ed è colpa di un'epidemia fungina. La scienza ha due risposte: la seconda è anche alla nostra portata.

C’è un modo per fermare l’estinzione delle banane?

La domanda sorge spontanea: le banane sono a rischio di estinzione? Beh, sì. Ve ne parlammo poco meno di un anno fa: sul banco degli imputati c’è una malattia fungina nota come fusarium oxysporum (o TR4 per gli amici), particolarmente “ghiotta”, per così dire, degli esemplari di varietà Cavendish, ossia la più popolare al mondo.

La lettura della comunità scientifica è desolante: ci troviamo a pochi passi da un futuro più o meno prossimo con una carenza cronica di banane. Insomma, arriveranno a costare 120 mila dollari l’una, come quelle appese al muro da Cattelan? Diciamo di ni. A quanto pare c’è una risposta potenzialmente valida.

La soluzione della scienza (e quella alla portata di tutti)

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Badate bene: il fungo nostro protagonista imperversa per i raccolti di banane da più di tre decenni, a dire il vero. La preoccupazione della comunità scientifica deriva dal fatto che, nel corso degli ultimi dieci anni in particolare, la sua diffusione ha vissuto una brusca accelerazione che ha portato la TR 4 a colonizzare Australia, India, Cina, Medio Oriente, America del Sud e Africa – ossia, tanto per intenderci, i principali produttori al mondo. Ma ‘sta soluzione?

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Un articolo pubblicato lo scorso agosto sulla rivista Nature Microbiology ha dimostrato, tanto per cominciare, che il ceppo attuale di TR4 è diverso da quello che ha quasi spazzato via le banane negli anni ’50. “Si trattava della varietà Gros Michel, oggi funzionalmente estinta” ha spiegato Li-Jun Ma, professore di biochimica e biologia molecolare nonché autore dell’articolo di cui sopra.

Il dottor Ma e i suoi studenti hanno trascorso gli ultimi 10 anni studiando la nuova epidemia di TR4, che ha attaccato una varietà (la Cavendish, per l’appunto) specificatamente per essere resistente alle malattie, e scoperto che è dovuta a “geni accessori specifici del ceppo” legati alla produzione di ossido nitrico, che pare sia “il fattore chiave nella virulenza del TR4”.

Gli scienziati hanno osservato che la virulenza del ceppo viene notevolmente ridotta quando i geni che “controllano la produzione di ossido nitrico vengono eliminati“. Una strada da percorrere: nel frattempo, però, il dottor Ma e il suo team hanno colto l’occasione per portare l’attenzione su di un altro problema, con soluzione (questa più alla portata di tutti) annessa.

“Il problema più grande è la monocoltura” ha spiegato Ma, indicandola come prima causa della vulnerabilità a malattie fungine e simili. E dunque? Semplice: “La prossima volta che vi capita di fare la spesa, provate ad acquistare varietà diverse dalla Cavendish. In questo modo potrete incoraggiare gli agricoltori a coltivare qualcosa di nuovo, e fare la vostra parte per contrastare l’estinzione“.