Gin al gusto gravità. No, niente supercazzole: esiste davvero, e si può trovare dall’altra parte della Manica, presso la Cambridge Distillery. La “distilleria più innovativa del mondo”, come si definisce (o viene definita), il suo aspetto ricorda più un laboratorio di chimica: tavoli bianchi, fiaschette di ogni genere, becchi di Bunsen… Beh, e poi il sopracitato gin “dedicato” a Isaac Newton.
Il proprietario, William Lowe, è un Master of Wine, triatleta, cintura nera di Kung Fu, Master Distiller e studente di dottorato a Cambridge. Il suo metodo di produzione è davvero unico: William è solito distillare sotto vuoto ogni singolo ingrediente alla temperatura ottimale, utilizzando un processo risalente al XVII secolo e messo a punto dal chimico britannico Robert Boyle. Il risultato?
La sua creatura è nota anche e soprattutto per la produzione di alcuni dei gin più unici al mondo, tra cui quello aromatizzato dal melo di Sir Isaac Newton. Già, proprio quel melo lì.
Di cosa sa il gin di Newton?
Sviluppato in esclusiva collaborazione con il Cambridge University Botanic Garden (CUBG), il fin presenta note di limone, lavanda, zenzero, rosmarino e, naturalmente, mele – le stesse del leggendario albero che avrebbe mosso la scoperta della gravità. Beh, più o meno.
L’albero in questione è di fatto un discendente (o un clone, per essere più esatti) dell’originale, che aveva radici nel Lincolnshire, a Woolsthorpe Manor. Il celeberrimo “incidente” della caduta delle mele avvenne nel 1665 o 1666 mentre l’Università di Cambridge, dove lo stesso Newton era studente di matematica, era chiusa a causa della peste bubbonica. Badate bene: l’albero originale è ancora in piedi, ed è ancora in grado di produrre frutta… Solo, risulta un po’ appesantito rispetto a 400 anni fa.
Ma torniamo a noi, e alle creazioni di Lowe. Il gin di Newton non è la sua unica creazione che omaggia i grandi uomini della scienza: dalla collaborazione con il CUBG, infatti, è nato anche un gin ispirato a Charles Darwin. “C’è un livello segreto sotto il Giardino Botanico” ha spiegato William “che nasconde alcuni esemplari incredibilmente preziosi e importanti”.
Tra di questi ci sono anche un migliaio circa di esemplari di piante raccolti da Darwin nei suoi viaggi, tra il 1831 e il 1836. L’idea, l’avrete intuito, non poteva che formarsi spontaneamente: creare un gin che potesse fare rivivere la leggenda del viaggio che portò a concepire la teoria dell’evoluzione.