C’è un battaglia legale tra Reggio Emilia e Torino per l’erbazzone Igp.

Da qualche anno si lavora per l'Indicazione Geografica Protetta dell'Erbazzone Reggiano, ma è in corso una battaglia legale.

C’è un battaglia legale tra Reggio Emilia e Torino per l’erbazzone Igp.

L’erbazzone, o scarpasòun nel dialetto locale, a Reggio Emilia è una cosa seria, onnipresente e consumato a qualsiasi ora del giorno. Tanto che intorno ad esso, e alla sua ascesa al novero dei prodotti a indicazione geografica protetta, si sta consumando una battaglia legale sull’asse Reggio – Torino.

Da una parte i produttori della città, secondo cui la storica torta salata in cui la “foieda”, il semplice impasto di acqua, farina e strutto, accoglie un ricco ripieno di erbe, possa essere tale solo se realizzata nella sola provincia reggiana. Dall’altra l’azienda piemontese Sfoglia Torino, che nel 2017 ha acquistato il marchio Righi, e con quello commercializza il suo “erbazzone reggiano”, prodotto bel al di fuori di quei confini.

La storia

Erbazzone

Tutto inizia nel novembre 2022 quando l’Associazione Produttori Erbazzone Reggiano inizia l’iter burocratico per l’Igp, inviando alla Regione Emilia Romagna la proposta di registrazione e stilando il relativo disciplinare. Procedura che prosegue con l’inoltro al Ministero, che pubblica il tutto in Gazzetta Ufficiale, per permettere eventuali opposizioni: siamo nel dicembre del 2023 e l’opposizione arriva puntuale, da parte di Sfoglia Torino.

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Dal punto di vista dell’azienda specializzata in prodotti di sfoglia surgelati, il problema è grave: se l’erbazzone dovesse fregiarsi del marchio Igp con questo disciplinare, il loro “Erbazzone Reggiano” dovrebbe cambiare nome, e anche l’uso del solo termine erbazzone non sarebbe accettato. E va da sé che “torta salata alle erbe” non abbia lo stesso appeal. Al momento però, a Sfoglia Torino non sta andando benissimo. Dopo l’opposizione, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste si è espresso a favore dell’Associazione Produttori reggiani, e nel giugno 2024 ci ha riprovato con un ricorso al Tar del Lazio, poi respinto.

I piemontesi non si arrendono, e in questi giorni impugna la sentenza in Consiglio di Stato. Un’ennesima battaglia giudiziaria che il legale rappresentante dei Produttori Reggiani Giuseppe Pagliani sperava di evitare, ma che affronta con fiducia.

Erbazzone, la ricetta originale dell’antipasto tipico reggiano Erbazzone, la ricetta originale dell’antipasto tipico reggiano

Così commenta, raggiunto dai microfoni de Il Resto del Carlino: “con immenso stupore per l’ennesima volta torniamo in giudizio per replicare le giuste ragioni della difesa della produzione di erbazzone Igp reggiano. Il nostro obiettivo è e rimane la valorizzazione di un prodotto eccezionale della gastronomia storica reggiana. Siamo convinti più che mai delle giuste ragioni delle aziende che rappresentano l’Associazione dei produttori locali e resisteremo in giudizio a Roma, sicuri che il percorso intrapreso verso il definitivo riconoscimento europeo sia quello giusto”.

Mentre in Italia si discute, la pratica per il riconoscimento dell’Igp per l’erbazzone reggiano sta procedendo in maniere indipendente presso l’Unione Europea: il relativo dossier è al vaglio della commissione dall’inizio di quest’anno, e permetterebbe all’erbazzone di diventare la 45esima specialità a marchio Dop o Igp della regione.