È arrivato il via libera per la Candidatura a patrimonio Unesco della “Cava e cerca del tartufo” . A esprimersi positivamente, dopo la proposta presentata dal Ministero dei beni culturali e del turismo a marzo 2020, è stato il comitato di esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, che ha valutato idonea la possibilità di iscrizione dell’antica (e spesso segretissima) arte dei trifulau nella lista Unesco.
Adesso, per capire se la candidatura avrà successo e andrà a fare compagnia ai paesaggi vitivinicoli di Langhe Monferrato e Roero bisognerà aspettare la decisione finale, che verrà presa tra il 13 e il 18 dicembre. Ma il risultato già fa gioire queste terre e i loro trifulau, che sono reduci da una stagione non bellissima in termini di risultati: quest’anno infatti c’è stato davvero poco tartufo (con un prezzo medio altissimo: il tartufo bianco è schizzato a 450 euro all’etto al borsino del tartufo di Alba), anche se con le piogge degli ultimi giorni la situazione sembra piano piano migliorare.
Ma certamente non è uno degli anni più ricchi per la cerca del tartufo, che in Italia – fa sapere la Coldiretti in occasione dell’ok di questa candidatura – coinvolge in Italia circa 200 mila raccoglitori ufficiali che riforniscono negozi e ristoranti per un business collettivo stimato in oltre mezzo miliardo di euro.