Spostiamoci ai Castelli Romani: qui la Polizia ha scovato e chiuso un minimarket che conservava nei suoi frigoriferi del pesce surgelato scaduto da un anno. Inoltre non venivano rispettate le norme anti Covid-19.
Siamo ad Albano Laziale e la Polizia ha trovato in una cella frigorifera dedicata ai clienti, 11 confezioni di pesce surgelato di una marca bengalese scaduto da quasi un anno. Inoltre le confezioni erano prive della necessaria tracciabilità e mancavano le informazioni al consumatore, fra cui indicazioni in lingua italiana e requisiti dei contenuti.
Una volta accertata la presenza di tali prodotti ittici pericolosi per la salute umana, veniva contattato il personale del SIAN, il Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’ASL in modo da procedere alla chiusura del minimarket. Questo a causa delle condizioni igieniche che non erano compatibili con la conservazione e la vendita al pubblico di alimenti mal tenuti e dei prodotti congelati e non, detenuti in maniera non idonea.
Nel frattempo il gestore dell’attività, un uomo originario del Bangladesh, oltre a vedersi sequestrare il pesce scaduto, veniva anche multato per mancato rispetto dei protocolli Covid: non aveva fornito gli igienizzanti e i guanti monouso che i clienti dovevano usare per toccare i prodotti.
Inoltre il minimarket è stato chiuso per minimo 5 giorni, ma le serrande non si riapriranno fino a quando non verranno garantite le condizioni minime richieste dalle norme sull’igiene pubblica.
Qualche tempo fa, invece, a Torino era stata chiusa una macelleria: al suo interno erano stati trovati 84 kg di cibo mal conservato.