“Una leggerezza sua che è costata cara a tutti” quella di Satnam Singh, dichiarava in questi giorni Renzo Lovato – padre di Antonello ovvero il “datore” che ha abbandonato come spazzatura sul ciglio della strada il proprio bracciante morente, a seguito di un incidente sul posto di lavoro. Ebbene, salta fuori che la Procura di Latina fosse a conoscenza da parecchio tempo della situazione: sì perché i documenti attestano che la Agrilovato Società Agrigola è indagata da 5 anni. Indovinate per cosa? Caporalato.
A scoprirlo e pubblicarlo in anteprima sul proprio profilo Facebook è il giornalista e direttore di TgLa7 Enrico Mentana, che ha mostrato il documento integrale della Procura. A dimostrazione dell’amara verità nascosta come un elefante in una cristalleria: lo sfruttamento del lavoro esiste, e le istituzioni lo sanno benissimo. Dunque i segnali c’erano, un po’ come i numerosissimi casi di femminicidio preceduti da una o più denunce da parte della vittima. Fa ancora più rabbia quindi, alla luce di tutto ciò, l’efferatezza di Lovato nei confronti di Satnam Singh: mutilato sul lavoro, abbandonato moribondo davanti alla moglie, con i cellulari sequestrati per impedire loro di chiamare i soccorsi. Morto così.
Caporalato perpetrato da un lustro: il documento che inchioda i Lovato
Le parole di Enrico Mentana che accompagnano il documento della Procura pubblicato in anteprima non possono che essere condivise: “ecco, come avevamo denunciato, l’evidenza del fatto che un esteso e sistematico regime di caporalato dominava le campagne dell’agro pontino, e che l’azienda per cui lavorava trattato in modo inumano Singh Satman ne era un esempio notorio: proprio Renzo Lovato, quello che ha provato a dire che Satman ‘ha compiuto una leggerezza che è costata cara a tutti’, è indagato da 5 anni per reati di caporalato. Tutto era già risaputo“.
Chissà cosa dirà ora il nostro Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che fino a poche ore fa cercava in tutti i modi di salvare il buon nome dell’agricoltura sana italica e di valore, additando l’immigrazione come origine del problema. Il TgLa7 ha descritto nel dettaglio la situazione in cui sono i braccianti sotto i Lovato, padre e figlio, ciclicamente sfruttati dal 2019.
I Lovato e il caporale indiano che procurava manodopera a basso costo
Cinque anni di indagini nei confronti dell’azienda agricola dei Lovato, nell’agro pontino, che hanno raccolto un’infinità di dati agghiaccianti. Dallo “sfruttamento dello stato di bisogno” alla “reiterata corresponsione di retribuzioni”, dalla “violazione relativa all’orario” alla “violazione delle norme di sicurezza”, per non parlare poi di paga e “situazioni alloggiative degradanti” in cui vivevano ammassati come bestie negli intensivi.
L’inchiesta rivela il TgLa7, aperta nel 2019, si chiama Yamuna: è il nome del fiume che attraversa il Punjab, stato indiano da cui la maggior parte dei braccianti arriva per approdare dai Lovato. Come ci sono finiti così tanti indiani, in questa specifica azienda agricola? Il capo d’imputazione non è solamente sui Lovato e sul collega Massimo Varelli bensì anche sul caporale indieno Paul Uttam: costui reperiva manodopera ai Lovato, a basso costo.