Latte vecchio di giorni rigenerato con la soda caustica. Altro latte conservato in contenitori aperti ricoperti di mosche. Altro latte ancora proveniente da mucche malate di tubercolosi. O, nei casi meno gravi, più comune latte vaccino spacciato per latte di bufala campana.
Cinque produttori sono finiti agli arresti domiciliari, richiesti dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta dei fratelli Luca e Salvatore Bellopede, soci e amministratori dell’azienda Bellopede & Golino di Marcianise –che fattura circa 8 milioni l’anno e che esporta in tutta Italia e nel mondo– di Anonio e Vincenzo Croce, amministratori di fatto della Caseraria Sorrentino, e di Gennaro Falconiero, amministratore del caseificio San Maurizio di Frattamaggiore.
Salvatore Bellopede, in particolare, ricopre la carica di presidente Confartigianato di Caserta ed è responsabile nazionale del settore lattiero caseario.
E’ questo che si merita la mozzarella di bufala campana, oggi sempre più oggetto di truffe che ne stanno trasformando la reputazione da uno dei migliori prodotti del territorio italiano a simbolo della contraffazione, addirittura nocivo per la nostra salute?
Eppure queste sono le conseguenze delle azioni di pochi produttori che, con le loro frodi, stanno trascinando l’intero settore nella totale sfiducia dei consumatori, con inevitabili ricadute economiche per tutti gli operatori, soprattutto quelli che svolgono con impegno il loro mestiere.
L’azione è partita da una segnalazione dell’Asl –come riporta Il Mattino— , mentre un supertestimone, un autista dipendente in nero della Sorrentino Casearia che guidava i camion con i silos di latte destinati ai Bellopede, ha completato il quadro:
“Avevo il compito di aggiungere la soda caustica nel latte per abbassare il livello di acidità quando raggiungeva il tasso del 6 per cento: in questo modo, il latte vecchio veniva rinfrescato”.
Senza tenere conto però che l’aggiunta di soda caustica aumenta la carica batterica, a tutto danno della salute dei consumatori.
I Bellopede inoltre, secondo l’accusa, avrebbero consapevolmente acquistato latte da mucche malate di tubercolosi.
Inoltre, i finanzieri di Marcianise hanno scoperto recipienti di latte coperti da mosche, e provole affumicate con cartoni bruciati.
La produzione prevedeva l’aggiunta, dopo sei o sette giorni, di soda caustica al latte di bufala per “ringiovanire” il latte vecchio. Dopodiché si procedeva alla pastorizzazione, che comunque non garantisce l’eliminazione di tutti i batteri presenti.
[Crediti | Link: Il Mattino]