E’ successo di nuovo: Matteo Salvini organizza una Colazione con i cittadini in un bar di Casalecchio, ma il titolare non lo fa entrare. Ieri Matteo Salvini si trovava a Casalecchio per il solito tour elettorale. Come sua abitudine, aveva organizzato una Colazione coi cittadini alle ore 9.30 in un bar per parlare con i suoi sostenitori. Peccato che il gestore del locale non fosse dello stesso avviso.
Il bar in questione è il Dolce Lucia di via Marconi. Gabriele Gandini, questo il nome del titolare, non ha per niente gradito questa scelta: si è posizionato sulla porta del bar impedendo a Matteo Salvini e ai suoi fan di entrare. Gandini ha parlato anche con lo staff di Salvini e gli ha chiesto di non fermarsi lì per motivi di ordine pubblico. Ma non solo, c’è anche un’altra motivazione che lo ha spinto a negare l’accesso a questo comizio organizzato senza la sua autorizzazione: Gandini, infatti, ha spiegato che non vuole fare da cassa di risonanza per nessuno.
Ha poi aggiunto che lo staff di Salvini aveva telefonato per prendere accordi solamente la sera prima, ma il titolare ha ribadito che non è questo il modo di fare, lui non si vuole prestare a fare campagna elettorale. E’ da tre anni che ribadisce questo concetto, l’ha riferito anche al sindaco: se Salvini vuole viene, prende un caffè e poi va via.
Gandini ha anche sottolineato che sul marciapiede Salvini può fare quello che vuole. Ma lui, come titolare, ha l’obbligo di mantenere la sicurezza e l’ordine pubblico nel suo locale, non è pensabile far entrare tutte queste persone in una volta. Se proprio lo staff vuole, possono andare anche in altri bar a prendere il caffè, lui non ha fatto pregiudizi verso la concorrenza.
Come è andata a finire? Che tutti sono rimasti fuori, con Salvini che ha ammesso di aver occupato tutto l’ingresso del bar. Non è certo la prima volta che succede una cosa del genere: pochi giorni fa la Lega aveva annunciato un aperitivo in un pub di Modena, ma senza prendere accordi col gestore. Anche costui si era rifiutato di ospitare quel comizio visto che non gli era stato chiesto il permesso e visto che, anche lui, non intendeva fare politica. Anzi: aveva anche minacciato di chiudere il locale e di andarsene in ferie.