La fredda (in tutti i sensi) dittatura del caro bollette non concede sconti: occorre arrangiarsi come si può, tirando fuori le migliori (e le peggiori) tecniche di sopravvivenza, come cuocere la pasta con il gas spento. A stringere la proverbiale cinghia, tuttavia, non sono solamente i comuni cittadini: numerosi albergatori, infatti, stanno accarezzando l’idea di sospendere la propria attività ricettiva per il periodo di bassa stagione, così da far quadrare un bilancio altrimenti troppo ballerino.
L’allarme arriva da Vittorio Messina, presidente Assohotel Confesercenti, che a supporto della propria tesi ha sottolineato come una nota catena alberghiera pugliese abbia annunciato di dover chiudere le proprie strutture citando come causa il famigerato caro energia. “L’aumento dei costi energetici, infatti, rende insostenibile l’attività in mancanza di flussi consistenti di viaggiatori” ha commentato a tal proposito Messina. “Sono tanti gli imprenditori, secondo le nostre stime quasi 2mila, che stanno pensando a ‘sospendere’ l’attività ricettiva per la bassa stagione”. In media – secondo le stime redatte dalla stessa associazione di settore in questione – le strutture hanno visto quadruplicare il costo dell’energia: il rischio è che la bolletta sia il colpo di grazia per un settore già indebolito dall’imperversare di un apparentemente dimenticato Covid-19.
“Poco prima delle elezioni avevamo sollecitato tutta la politica su alcune delle priorità del comparto” spiega Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi “oggi ribadiamo la necessità di interventi rapidi e aiuti adeguati in grado di rispondere ad un’emergenza che rischia di schiacciare in una morsa fatale le nostre realtà”.