Ormai conoscete la solfa: aumentano le bollette, aumenta il prezzo delle materie prime, aumentano i prezzi, punto. A questo giro il rincaro che fa inarcare le sopracciglia e imprecare a bassa voce riguarda le uova e la farina, materie prime maggiormente acquistate per la preparazione dei dolci tipicamente legati al Carnevale, che registrano un incremento del 25% rispetto allo scorso anno.
Oltre al più banale aumento della richiesta, il motivo del rialzo delle uova va anche ricercato alla scarsa disponibilità del prodotto sul territorio nazionale, causata dai numerosi focolai di influenza aviaria degli ultimi mesi, il più recente dei quali è stato individuato a Pavia. I dati in questione sono stati redatti da BMTI sulle rilevazioni delle Camere di commercio e della Commissione Unica Nazionale delle Uova, che denunciano un rialzo per la seconda settimana consecutiva sia per le uova allevate in gabbie arricchite in natura (1,51 €/Kg, +0,05 rispetto alla scorsa settimana), che per le uova allevate a terra in natura (1,62 €/Kg, +0,04 rispetto alla scorsa settimana).
Per quanto riguarda il capitolo farina, invece, va sottolineato che il mercato appare relativamente calmo, forte di una stabilità che pare ignorare le incertezze legate alla crisi tra Russia e Ucraina. Nello specifico, i prezzi all’ingrosso dei grani teneri di base, utilizzati nella panificazione, sono leggermente in calo, mentre quelli dei grani teneri di forza, utilizzati nella pasticceria, sono piuttosto stabili: in entrambi i casi, tuttavia, si registrano forti aumenti su base annua, rispettivamente del 30 e 40%.