Gli hamburger impossibili, “carni vegetali” o plant-based meat che dir si voglia, stanno entrando sul mercato in maniera sempre più diffusa, sulla spinta di considerazioni ambientali, animaliste e salutiste. Ma la carne vera è un’altra cosa, dal punto di vista nutrizionale: lo dice uno studio della Duke University, che ha trovato ampie differenze anche a parità di valori nutrizionali dichiarati in etichetta.
Lo studio parte considerando la nuova generazione di alternative alla carne, formulate per imitare il gusto e la composizione nutrizionale della carne rossa, che hanno attirato un notevole interesse da parte dei consumatori, l’attenzione della ricerca e la copertura dei media. L’obiettivo dello studio era quello di fornire un confronto approfondito dei profili dei metaboliti tra una popolare alternativa di carne a base vegetale e una carne macinata di animali nutriti con erba, a parità di porzione (113 g) e contenuto di grassi (14 g). “Nonostante le apparenti somiglianze basate sui valori nutrizionali, la nostra analisi metabolomica ha rilevato che l’abbondanza di metaboliti tra l’alternativa a base di carne a base vegetale e la carne macinata differiva del 90%. Diversi metaboliti sono stati trovati esclusivamente (22 metaboliti) o in quantità maggiori nella carne bovina (51 metaboliti). Nutrienti come l’acido docosaesaenoico (ω-3), la niacinamide (vitamina B3), la glucosamina, l’idrossiprolina e gli antiossidanti allantoina, anserina, cisteamina, spermina e squalene sono stati trovati solo nella carne bovina”.
Dall’altra parte, ci sono metaboliti trovati esclusivamente (31 metaboliti) o in quantità maggiori (67 metaboliti) nell’alternativa vegetale alla carne. Le due “carni” sono dunque molto diverse. Ma questo significa che l’originale è meglio rispetto alla carne “finta”? Lo studio non si pronuncia, e conclude: “Non è possibile determinare dai nostri dati se una delle due fonti è più salutare da consumare”.