Se le notizie circa le riduzioni di consumi nell’ambito della carne vi colgono di sorpresa allora ci spiace, ma probabilmente avete passato gli ultimi mesi vivendo sotto una roccia. I dati di aprile indicano che di fatto 22 milioni di italiani sono soliti scegliere le alternative a base vegetale – una tendenza che si riflette anche nelle scelte aziendali di marchi come Amadori o Burger King, e che trova riscontro perfino nelle parole di Papa Francesco. Non sorprendetevi, dunque, se vi raccontiamo che di fatto gli acquisti di carne bovina in Italia sono calati del 5,6% su base annua – pur mantenendo lo stesso valore di spesa, ma di questo ne parleremo dopo -, mentre di fatto il carrello ospita sempre più alternative e base vegetale, in crescita del 14,8%.
Il comparto verde è ormai arrivato a rappresentare il 4% della torta della carne, e di fatto si contraddistingue per una spiccata tendenza espansiva. Come abbiamo accennato, per di più, al miglioramento della loro performance corrisponde un calo dei consumi della carne tradizionale; anche se rimane importante notare che di fatto il valore commerciale della spesa rimane invariato – una cortesia, questa, dell’aumento medio dei prezzi legato al tasso di inflazione. In generale, i dati redatti dall’Ismea in questo ambito indicano un maggior numero di capi ma con un peso medio inferiore, con i prezzi al macello che s’impennano del 33% e ben al di sopra delle medie stagionali degli anni passati.