A forza di discutere sulla sostenibilità della carne che mangiamo, Ivan Tissall-Downess, chef dell’elegante ristorante londinese Native, nel Borough Market, ha messo in carta ragù di scoiattolo. Scelta che ha provocato, come facilmente immaginabile, inimmaginabili polemiche.
[Vorrei parlare più a lungo, ma sto per avere uno scoiattolo come cena, stasera]
[Allora, prendete Cip e Ciop e scuoiateli bene]
[Cibi proibiti: delfini, pettirossi e datteri di mare sono il viagra alimentare degli italiani]
Infondate, è intervenuto prontamente il Guardian, perché secondo il quotidiano britannico quella di scoiattolo è diventata ormai “la carne più sostenibile sul mercato”.
Dopo le feroci polemiche sui social contro lo chef e i suoi clienti, dal menu del Native sono spariti sia il contestato ragù di scoiattolo, sostituito da un più tradizionale ragù di lepre, che la torta salata a base di carne di scoiattolo grigio.
Gli ambientalisti coinvolti nell’accesa discussione si sono divisi: da una parte chi non non ce la fa a vedersi arrivare lo scoiattolo nel piatto, dall’altra chi ritiene che uccidere tutta quella selvaggina per poi buttarla sia uno spreco e nient’altro. Secondo gli animalisti vegani non può esistere sostenibilità per chi si nutre di carne.
Nel frattempo il Guardian è tornato sulla fondatezza di una questione morale legata alla vicenda. Ribadendo che, qualora esistesse, sarebbe superata dal valore della sostenibilità ambientale. Lo scoiattolo grigio non richiede interventi da parte dell’uomo, e nemmeno gli impressionanti consumi energetici previsti per altri animali da allevamento.
E chi da anni commercia in carne di scoiattolo, direttamente nelle fattorie, nei negozi di specialità o su internet, racconta entusiasta di una domanda in crescita costante.
[Crediti | The Guardian]