Aumento record dei consumi di carne di pollo spinti dall’emergenza Covid con incrementi delle vendite che hanno toccato il 20% nelle prime settimane di marzo e si sono tradotte nel primo semestre 2020 in un incremento medio del 12%.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea diffusa in occasione della quarta edizione della “Pollo Arrosto Day”. “Le carni avicole – sottolinea la Coldiretti – sono le più consumate dagli italiani che possono contare su una produzione nazionale che garantisce l’autoapprovvigionamento senza dover ricorrere alle importazioni. Per questo è importante verificare sempre l’etichetta per garantirsi l’origine nazionale che assicura i più alti livelli di qualità e sicurezza”.
Le carni di pollo con 20 chili a testa all’anno sono le più presenti sulle tavole degli italiani con oltre 1/3 (35%) della spesa totale seguite da quelle bovine (33%) e di maiale (20%). Mentre nel confronto con il resto del mondo – spiega la Coldiretti – i consumi dell’Italia si attestano sotto la media UE che supera i 25 chili mentre negli Stati Uniti e in Canada si tocca il picco di 47,4 chili e in America Latina si arriva a 32,2 chili pro capite.
A livello nazionale l’Italia può contare su una rete di 6.300 allevamenti professionali che offrono lavoro a 64mila persone per una produzione totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate di carni avicole in grado di garantire l’autosufficienza al Belpaese spiega un’analisi di Coldiretti su dati Unaitalia. Una filiera che risponde all’esigenza di 8 italiani su 10 (82%) che per il loro carrello della spesa puntano sui prodotti Made in Italy secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Una ricerca facilitata anche dalle informazioni contenute nell’etichetta di origine obbligatoria delle carni avicole che – sottolinea Coldiretti – compie nel 2020 i suoi primi 15 anni essendo nata ufficialmente il 17 ottobre 2005.